venerdì 28 gennaio 2011

L'abbazia di Monteoliveto Maggiore:gli affreschi del Sodoma e di Luca Signorelli

In territorio senese su una collina si erge maestosa l’abbazia di Monteoliveto,che rappresenta il polo dell’ordine olivetano, che iniziato nel 1320, fu approvato con bolla pontificia nel 1344.
Il fondatore di questo ordine fu Bernardo Tolomei a cui si deve anche l’inizio della costruzione di questa abbazia che si trova in una zona isolata, tra boschi con terreni coltivati a vigneti ed ulivi.
Il complesso del monastero non si distingue tuttavia per la sua chiesa ma soprattutto per i suoi tre chiostri. Tra questi il più importante è quello maggiore sulle cui pareti sono visibili stupendi affreschi di Luca Signorelli e del Sodoma che narrano la vita di San Benedetto.
Luca Signorelli che, nel 1497, dipinse tutta la parete d’ingresso e a Giovanni Antonio Bazzi detto "il Sodoma" che completò le altre tre pareti nel brevissimo tempo di tre anni a partire dal 1505: anno in cui al Signorelli fu commissionato di dipingere il Duomo di Orvieto.
Due artisti completamente diversi nel carattere e nelle opere; il Signorelli, dal carattere pacato, distaccato come i grandi pittori dell’epoca; eccentrico, lunatico, vendicativo e dispettoso il Sodoma; diversità queste che si confrontano negli affreschi dell’Abbazia di Monteoliveto dove l’impronta di austerità del Signorelli quasi è di contrasto con la vitalità e la vivacità che Sodoma seppe imprimere alla sua pittura.
Nell’ammirare gli affreschi che narrano la storia di S. Benedetto che da giovane parte, a cavallo, da Norcia alla volta di Roma, si rimane colpiti dalla personalità del Sodoma, un personaggio non molto facile, abbastanza eccentrico che si dipinge sempre in primo piano mettendo addirittura S. Benedetto di lato; un personaggio speciale, ma anche divertente tanto da dipingere qua e là dei particolari curiosi frutto di certe litigate tra lui e l’Abate che gli aveva commissionato il lavoro.
Per esempio in un affresco il Sodoma ha dipinto un cavallo senza le zampe anteriori; è questo uno dei primi dispetti che l’insigne pittore decise di fare all’Abate per divergenza di opinioni; poi fecero la pace ma, intanto, il dispetto rimase immortalato; proseguendo nell’ammirare gli affreschi se ne incontrano altri a testimonianza di scontri più o meno rilevanti tra i due.
Negli affreschi che esaltano la vita e i miracoli di S. Benedetto emerge molto spesso la tentazione che mette a dura prova sia la tenacia del Santo sia degli altri personaggi raffigurati come ad esempio nel dipinto in cui S. Benedetto prende l’abito religioso e lo si vede – da eremita – davanti alla grotta dove abiterà solitario in preghiera.
Altri ambienti conservano la suggestiva presenza dell’arte nei secoli passati: in particolare il refettorio e la biblioteca a tre navate edificata su disegno da Giovanni da Verona.
NB
Il primo dall'alto è del Sodoma, mentre il secondo è di Luca  Signorelli.

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