giovedì 14 ottobre 2010

Rieti: l’ombelico d’Italia ed il teatro Vespasiano

Quando si parla di Rieti, si associa il concetto di ombelico. Non è una battuta poiché Rieti per dirla con il reatino Varrone è proprio “umbilicus Italiae”, avendo una posizione al centro della penisola e di quella regione sabina considerata dagli antichi come la gran madre dei popoli italici e della quale Reate fu la capitale.

Rieti è una città ridente, ma anche fredda perché ai piedi del monte Terminillo.
Cicerone paragonò la sua conca pianeggiante cinta da alte montagne e percorsa dal fiume Velino alla tessalica Tempe,la verdissima valle ai piedi dell’Olimpo.
I maggiori monumenti, sebbene siano presenti anche testimonianze della civiltà romana e tracce ancola più lontane del leggendario ratto delle sabine, sono soprattutto medioevali.

Tra questi di particolare rilievo è il Duomo dell’Assunta con forme romaniche che risalgono ai secoli XII-XIII secolo. Non meno importante è il campile romanico con due piani di doppie bifore All’interno vi sono opere del Bernini, di Antoniazzo Romano e la notevole statua di Santa Barbara scolpita da Giannantonio Mari su disegno del Bernini.

Di rilievo sono altresì il Palazzo vescovile, la chiesa gotica di S. Agostino e la chiesa romanica di S. Pietro ed ancora il Palazzo Comunale ove ha sede il museo civico, il palazzo Vecchiarelli e la chiesa di S. Antonio progettata da Jacopo Barozzi detto il Vignola.

Nella metà del secolo XIX Achille Sfondrini che aveva già realizzato il teatro Costanzo di Roma, eresse il teatro Flavio Vespasiano in omaggio all’imperatore Vespasiano illustre figlio della Sabina, non certo noto soltanto per avere istituito i Vespasiani
http://curiositlessicali.blogspot.com/2010/09/pecunia-non-olet.html#links

A seguito di un terremoto nel 1898 l’edificio ebbe danni irreparabili . . La bella cupola dipinta da Giacomo Casa non è restaurabile e il Comune affida a Giulio Rolland la ridipintura. Lavoro impegnativo, quello dell'artista, per le difficoltà oggettive

L'occhio dello spettatore è attratto dalle parti narrative di un corteo che celebra il tema del trionfo di Tito e Flavio a Roma dopo la conquista di Gerusalemme. Lo sfondo si nutre delle possenti architetture della Roma Imperiale, e ben si evidenzia l'Arco di Tito, sotto il quale scorrono soldati, prigionieri, trofei e insegne. Spicca la quadriga con gli imperatori e ovunque è percepibile la profondità della pittura così come il candelabro a sette bracci, simbolo della cultura religiosa ebraica.

I dintorni di Rieti sono ameni e vi dimorano importanti luoghi francescani: il Romitorio Poggio Butone, il convento di Fonte Colombo, il convento di SanGiacomo l’remo di Snta maria della Foresta