Tra queste assume particolare rilievo la chiesa di Santa Maria della Concezione in Campo Marzio.
E’ a rito siro-antiocheno ed ha l’orignalità che la Messa e le altre funzioni liturgiche siano celebrate in aramaico l’idioma parlato da Gesù Cristo.
Le origini della chiesa, a croce greca, e del monastero annesso, secondo la tradizione, sono connesse con il conflitto fra gli iconoduli e gli iconoclasti nell’impero bizantino: alcune monache fuggite da Costantinopoli avrebbero portato a Roma, con altre reliquie, il corpo di San Gregorio Nazianzeno, e sarebbero state insediate da papa Zaccaria (741-752) in questa parte del Campo Marzio. Il corpo di San Gregorio sarebbe stato posto nella vicina Chiesa di San Gregorio di Nazianzeno e poi traslato nel 1580 in San Pietro in Vaticano.
La chiesa venne ricostruita nel 1685 ad opera di Antonio de Rossi; l’ingresso è preceduto da un cortile porticato. Nel cortile è conservata una lapide, che invita le donne a lavare bene le proprie coscienze così come lavano i loro panni:
« Le consiencie monde aver curate / sì come panni bianchi qui voi fate. »
(Rendina, op. cit., p. 233)
Durante il periodo napoleonico la chiesa fu sconsacrata a adibita a sede del lotto. Fu riaperta al pubblico nel 1916,
Non lontano vi è il complesso di vicolo Valdina, a poche decine di metri da palazzo Montecitorio ha una storia ormai millenaria, è sorto, infatti in epoca paleocristiana nel cuore del Campo Marzio come piccolo convento di monache basiliane raccolte intorno all'oratorio di S. Gregorio Nazianzeno. Esso ha subito attraverso i secoli notevoli trasformazioni, dal nucleo altomedievale sovrastato dal campanile romanico, alle sovrapposizioni tardo rinascimentali e barocche, fino ai restauri ottocenteschi. Oggi è costituito dall'ex-convento delle Benedettine di S.Maria in Campo Marzio e dall'annessa chiesa dedicata a S. Gregorio Nazianzeno.