giovedì 22 luglio 2010

San Piero a Grado a marina di Pisa


Quando si parla di Pisa, si pensa anzitutto al meraviglioso impianto scenografico della piazza dei miracoli, al Duomo, al Battistero ed alla torre pendente,tutte gemme artistiche decantate nel mondo intero e riportate dai libri di storia dell’arte che rispettino.
Non vanno ignorate tuttavia sia la grande storia di Pisa che fu una potentissima repubblica marinara, sia le stupende rive dei lungo Arno ove rifulgono gioielli della storia dell’arte come la piccola chiesa gotica di S. Maria della Spina.
Ma Pisa non si esaurisce nella città e nel centro storico, ma presenta anche ameni dintorni dal punto di vista paesaggistico ed artistico.
Tra questi non si può omettere di citare San Piero a Grado,una delle frazioni litoranee del comune di Pisa, situata nei pressi di Marina di Pisa e a circa sette chilometri dalla città. Secondo la tradizione qui approdò san Pietro nell'anno 44 d.C., proprio nel luogo in cui oggi si erge una grande basilica.
L’edificio della basilica è in stile romanico pisano e presenta la singolarità di quattro absidi ed ha i muri esterni ritmati da lesene ornati da architetti pisani con scodelle maiolicate.
Il campanile della chiesa è soltanto dell'ultimo dopoguerra, in quanto fu demolito purtroppo dalle truppe tedesche in ritirata durante la seconda guerra mondiale.
La basilica, oggi riconosciuta "Monumento messaggero di Pace" dai Club UNESCO,è un mirabile esempio di architettura ecclesiastica precedente alla Cattedrale pisana e ripetuti scavi archeologici hanno fine dell'XI e gli inizi del XII secolo, presenta una struttura basilicale a tre navate criportato alla luce le fondazioni di un edificio paleocristiano costruito su resti civili romani, poi sostituito da una chiesa più ampia durante l'alto Medioevo (VIII-IX secolo). La costruzione attuale, iniziata nel X secolo e modificata tra la on l'insolita presenza di due corpi absidati, di cui quello occidentale costruito forse in seguito al crollo della facciata durante una piena dell'Arno, e la porta d'ingresso nel fianco nord.
L'interno vasto e solenne, con copertura a capriate, è diviso in tre navate da colonne di spoglio con capitelli classici, confermando l'uso diffuso durante tutto il Medioevo di reimpiegare elementi classici di diversa provenienza nelle nuove costruzioni.
Nella parte occidentale un ciborio gotico, degli inizi del XIV secolo, segna il luogo in cui San Pietro avrebbe predicato per la prima volta.
Sono stati completamente distrutti i numerosi altari laterali seicenteschi, epoca cui risale il Crocifisso ligneo in origine disposto sull'altare maggiore.
Sulle pareti della navata centrale si svolge un vasto ciclo di affreschi, recentemente restaurato, eseguito dal lucchese Deodato Orlandi (attivo agli inizi del XIV secolo), su commissione dell'importante famiglia longobarda pisana dei Gaetani in occasione del Giubileo indetto nel 1300 dal papa Bonifacio VIII (Benedetto Gaetani.
Nella parte inferiore campeggiano i rei Pontefici, da san Pietro apostolo a Giovanni XVII (1003).
Nella zona intermedia, in trenta riquadri, si sviluppano le Storie della vita di san Pietro, comprendenti anche alcuni episodi della vita di san Paolo, Costantino e san Silvestro, esemplati su quelli dell'antica basilica vaticana e sugli affreschi di Cimabue ad Assisi.
Nella zona superiore sono raffigurate le Mura della città celeste, in alcuni tratti completamente rifatte in epoche successive: si tratta di una serie di finestre ad arco dipinte con attenzione a particolari architettonici tridimensionali dove si affacciano ritmicamente angeli e santi.