martedì 10 agosto 2010

Corsi d'acqua e chiuse navigando da San Pietroburgo a Mosca



Tra le grandi opere di ingegneria che si sono realizzate nel corso dei secoli, a partire dall’età egizia, si inseriscono appieno le imponenti costruzioni di chiuse compiute in Russia per rendere navigabili i corsi d’acqua in ampi tratti del territorio come quella vasta area ara che va da San Pietroburgo a Mosca
Già al tempo dello Zar Pietro il Grande le turbolenze atmosferiche dell'autunno russo sul lago Ladoga come gli insidiosi banchi di sabbia e detriti nelle zone dello sbocco di uscita del fiume dal lago ne rendevano pericolosa la navigazione e procuravano frequenti perdite di navi, merci e vite umane. Le basse, prevalenti di 8 – 10 metri facevano nascere corte ma ripide onde, che spesso rendevano impossibile alle numerose ed usuali grosse navi a chiglia piatta di entrare nel lago attraverso la Neva o lo sbocco del fiume Svir'.
Con l'incremento del traffico merci dalla zona centrale della Russia alla nuova capitale San Pietroburgo e al mare Baltico si moltiplicarono pertanto le richieste di vie d'acqua più sicure, cosicché furono impegnati abili ingegneri nel piano di nuove vie d'acqua.
Ma quando si parla di realizzazioni delle chiuse idrauliche , concepite già al tempo di Leonardo da Vinci, il riferimento va soprattutto alle opere sviluppate nel periodo staliniano quando fu dato l’avvio alla realizzazione di chiuse sul canale Moscova.Volga o Canale di
Ciò comportò l’impiego di più di un milione di uomini,di prigionieri del Gulag fra cui molti persero la vita e furono seppelliti nelle fosse comuni
L’obiettivo di Stalin fu triplice:
In primo luogo, si trattava di fornire l'acqua potabile a Mosca. Sotto le mura del Kremlino, non era raro di poter attraversare la Moskova a piedi. Gli occhi di Stalin si sono allora diretti verso la Volga: un canale di 128 km era sufficiente per collegarla alla capitale. In secondo luogo,volle assicurare il collegamento di navigazione tra la Moskova e la Volga, condizione indispensabile per creare un "porto dai 5 mari" nella capitale russa. Ed infine volle creare una catena di produzione idroelettrica con la messa in servizio di 8 dighe. A tutto ciò si aggiunge una ragione soggettiva: bisognava far partire alle porte di Mosca un cantiere gigante che potesse diventare un simbolo. Della grandezza del mondo sovietico.
La metropolitana di Mosca (1935) e il Canale Moskova-Volga sono le due realizzazioni più emblematiche dell'epoca staliniana.
Si trattò infatti di un cantiere gigantesco: 200 milioni di metri cubi di terra scavata, 3 milioni di metri cubi di cemento, 7 dighe di cemento, 8 dighe di terra, 15ponti, 11 chiuse, 2 tunnel e il Terminal Nord, da dove si attracca a Mosca con la sua stazione marittima. Non bisogna dimenticare inoltre le 5 stazioni di pompaggio che spingono l'acqua della Volga verso la Moskova.
Per un viaggiatore che si trovi a percorrere in navigazione il percorso di San Pietroburgo a Mosca il viaggio è dunque assai suggestivo e pieno di interesse dal punto di vista naturalistico e storico.