sabato 17 luglio 2010

Le ville vesuviane del settecento



Il regno di Carlo di Borbone, cui si devono profonde ed illuminate innovazioni culturali e sociali, consentì che Napoli diventasse una capitale al livello delle altre capitali europee.
In tale cornice illuministica si inseriscono le splendenti ville vesuviane il cui primo niucleo fu realizzato nel ventennio che va dal 1745 al 1765.
Sono delle vere e proprie ville patrizie costruite nel territorio dal clima mite a ridosso del Vesuvio, per spirito di emulazione nei confronti del sovrano.
Le ville vesuviane che fiancheggiano il tratto di strada compreso tra S.Giovanni a Teduccio ed i confini tra Torre del Greco e Torre Annunziata conobbero, durante il XVIII secolo, un periodo di grande splendore. Era il 1738 quando la regina Maria Amalia di Sassonia sposò Carlo di Borbone, da quattro anni sul trono di Napoli, e indusse suo marito a scegliere Portici per la costruzione di una villa reale e per dare inizio agli scavi di Ercolano, ai quali seguirono, dieci anni più tardi, quelli di Pompei.
Da quel momento, tutti i nobili napoletani decisero di seguire l’esempio lanciato dalla corte dei Borbone facendo costruire lungo la zona costiera ai piedi del
Vesuvio le loro ville per il soggiorno.
Lungo quest’asse ideale che collega il vulcano al mare, ribattezzato “Miglio d’oro”, prese vita un patrimonio storico e architettonico senza precedenti, espressione di uno dei periodi più fiorenti vissuti dalla società napoletana.
Le ville vesuviane, edifici disegnati e realizzati da grandi architetti come
Vanvitelli, Sanfelice, Fuga e Vaccaro, presentano caratteristiche ricorrenti: gusto scenografico,uso sapiente di effetti ottici e mescolanza di ordini architettonici. All’interno dei palazzi prevalgono le fughe prospettiche dei colonnati
All’esterno, sono ricorrenti viali, in asse con le ville.
Sono complessivamente 122 gli immobili monumentali, territorio dei Comuni di Napoli, San Giorgio a Cremano, Portici, Ercolano, Torre del Greco, tutti splendidi dal punto di vista architettonico e tra questi assumono particolare rilievo ville come ad esempio la villa Prota di Torre del Greco che riassume nel suo insieme il più vivace barocco napoletano;la villa Meola di Portici attribuita a Domenico Antonio Vaccaro ,mirabile esempio di rococò napoletano;la villa Campolieto di Ercolano a pianta a croce greca; la villa Favorita a Portici, opera imponente realizzata da Ferdinando Fuga che presenta un impianto planimetrico che si discosta dagli schemi ricorrenti delle ville settecentesche; la Villa Solimena sempre di Torre del Greco con una suggestiva prospettiva ingresso giardino di impronta vanvitelliana