A mezza costa, prima di arrivare all’abbazia di Montecassino, fulgida testimonianza di San Benedetto e della sua regola “ora et labora”, si trova la torre di Janula che, imponente e superba, sovrasta la valle.
Il nome Janula perché si fa risalire al Dio Giano a cui su quel colle in tempi precedenti vi era presumibilmente un luogo di culto.
Janula può avere tuttavia anche un altro significato cioè quello di piccola porta verso Montecassino
Non è un caso che in tempi più recenti la rocca fosse dedicata alla Madonna “ Janua Coeli cioè porta del cielo.
La rocca, che fu per secoli il fulcro militare della signoria della Terra di San Benedetto subì alterne vicende, distruzioni e ricostruzioni Nella sua storia la rocca subì varie contese, distruzioni e ricostruzioni. Nel 1004 fu danneggiata da un terremoto. E dopo essere stata occupata nel XII secolo dalla popolazione di San Germano la rocca fu ricostruita dall’abate Gerardo che provvide a riconquistare la rocca ed a ripristinare le parti danneggiate
Federico II dapprima preoccupato delle potenzialità strategico-militari della rocca ne ordinò la distruzione e poi provvide alla ricostruzione in contesa con papa Gregorio IX.
Per questo motivo l’architettura della rocca assunse elementi di impronta sveva.
La rocca ebbe un carattere strategico anche in fasi successive durante le varie dominazioni degli Aragona e gli Angiò fino a che non perse il predominio fortificato nell’area circostante.
Nel 1600 fu costruita una nuova strada di collegamento tra San Germano e l’Abbazia superiore di Montecassin e nel 1700 ormai Rocca Janula non è più patrimonio degli abati, essendo inserita nel demanio di Carlo III di Borbone.
L’ultima Guerra Mondiale ha pesantemente contribuito a distruggere gran parte delle residue strutture murarie della Rocca Janula.
Nei pressi della rocca è stato realizzato da Umberto Mastroianni il monumento della Pace come segno tangibile delle distruzioni belliche del 1944 e vero monito di pace per le future generazioni.