Jacopo Barozzi, detto il Vignola,uno dei più grandi architetti del ‘500, ha lasciato opere indimenticabili e tra questi va annoverati il tempietto di San’Andrea situato a Roma a metà strada tra Piazza del Popolo e Ponte Milvio.
Papa Giulio III la fece erigere verso il 1533 all'interno del complesso della sua villa suburbana villa Giulia, per ricordo della sua fuga da Roma. Durante il sacco di Roma dei lanzichenecchi di Carlo V, quando era ancora cardinale, era uno degli ostaggi ed era probabilmente destinato ad essere giustiziato.
Riuscì a fuggire dalla città il 30 novembre, giorno dedicato dalla chiesa all'apostolo Andrea, fratello di Pietro.
La chiesetta è a pianta centrale con cupola ellittica con un finestrone di tipo termale nelle lunette laterali. Nella sua costruzione fu impiegata la "pietra serena" la pietra grigia di tante chiese fiorentine, invece del classico travertino. Le forme architettoniche si ispirerebbero al sottostante Mausoleo antico.
La chiesa che ha una concezione spaziale classicista, è uno degli edifici romani più armoniosi. Sembra ispirarsi al Bramante e dal punto di vista architettonico, malgrado le sue minute dimensioni, rappresenta un'importante testimonianza della sintesi tra cultura umanistica, con le chiese a pianta centrale, e gli esempi degli edifici di culto a pianta longitudinale, propri della Controriforma, dalla seconda metà del Cinquecento in poi.