In Campania due sono le città che si affacciano sul mare: Napoli e Salerno. Entrambe mirabili con lungomari mozzafiato, eppure diverse tra di loro.
Ci soffermiamo su Salerno per ricordare che qui fu fondata la gloriosa e celeberrima scuola di medicina.
La leggenda e la storia si sovrappongono; comunque quel che è certo è che Salerno conobbe il periodo di massimo splendore sono i Normanni fra il secolo XI ed i primi decenni del secolo XII, quando con Roberto il Guiscardo Salerno fu scelta come capitale del ducato; venne allora eretto il Duomo ed istituita la scuola medica.
Formatasi sul ceppo della medicina greco- romana, la scuola di Salerno accentrò in sé le conoscenze dell’Alto e basso medioevo, assorbendo anche le esperienze arabe di Averroè ed Avibenna e degli ebrei spagnoli.
La scuola che è basata sulla dottrina tetradica,cioè teoria dei quattro umori, così come venne concepita nel mondo antico e sistematizzata da Galeno raccomandava con i suoi aforismi,ancora oggi non privi di interesse, delle vere e proprie ricette di lunga vita in cui si consigliavano la moderazione del nutrimento, ed una moderata dieta proprio per evitare dannosi eccessi calorici.
Una vera sintesi della scuola salernitana è rappresentata da "Il Giardino della Minerva" che si trova nel cuore del centro antico di Salerno, in una zona denominata nel Medioevo “Plaium montis”, a metà strada di un ideale percorso che si sviluppa lungo l‘asse degli orti cinti e terrazzati che dalla Villa comunale salgono, intorno al torrente Fusandola, verso il Castello di Arechi.
L'attuale aspetto del giardino è quello che assunse a partire dal XVII secolo. Esso è costituito da diversi terrazzamenti collegati da una scalea affiancata da pilastri su cui si poggia una pergola con vite. La scalea si sviluppa lungo una prospettiva che unisce idealmente i giardini della villa comunale con il castello di Arechi ed offre una vista panoramica sul golfo, il centro storico e la costiera amalfitana.
Un sistema di vasche, fontane e canalizzazioni, sempre del 1600, si sviluppa lungo tutti i terrazzamenti. Di particolare pregio estetico è una fontana che raffigura la dea Minerva (da cui prende il nome il giardino) e la fontana della conchiglia, sul terrazzo panoramico del settecentesco palazzo Capasso
Dopo il restauro del 2001 nel giardino sono state piantate numerose piante, anche rare, dando particolare rilevanza a quelle specie citate nel Regimen Sanitatis Salernitanum e nell'Opus Pandectarum Medicinae, che venivano usate nel medioevo come piante medicamentose.