Nel famoso libro di Harold Acton sono tracciate in modo puntuale le vicende storiche dei Borboni a Napoli.
Sono messe in evidenza le contraddizioni, il populismo, ma anche le grandi innovazioni in campo giuridico e sociale di cui i maggiori artefici furono Tanucci e Filangieri.
La chiesa simbolo di Napoli del periodo borbonico ed in particolare di re Ferdinando è quella proprio dedicata al Santo Ferdinando situata nel cuore di Napoli e cioè nella piazza Trieste e Trento non lontano da Palazzo Reale, Piazza del Plebiscito e il famoso caffe Gambrinus in stile liberty..
La chiesa fu costruita nel 1636 per iniziativa dei Gesuiti in onore di San Francesco Saverio e poi fu dedicata al Santo per rendere omaggio a Ferdinando IV di Borbone, dopo l’espulsione dal Regno della Compagnia di Gesù nel 1767 ed il successivo passaggio all’ordine dei Cavalieri Costantiniani.
La facciata fu eretta su progetto di Cosimo Fanzago e dinnanzi all'ingresso era posta una cancellata in ferro battuto e pilastri in piperno ora scomparsa, probabilmente per lavori alla Galleria Umberto I di fine Ottocento.
Nell'interno, a pianta a croce latina con cappelle, si ammirano opere di Domenico Antonio Vaccaro, un ciclo pittorico di Paolo de Matteis ed il Sepolcro di Lucia Migliaccio di Tito Angelini.