lunedì 30 agosto 2010

Cibiana:la città dei murales



Non lontano da cortina d’Ampezzo nel Cadore nella provincia di Belluno sorge Cibiana un piccolo paese che nel passato era dedito essenzialmente alle attività agricolo-pastorali ,alla cura dei boschi,ed all estrazione del ferro che viene tuttora utilizzato perlopiù per la produzioni di chiavi
Ma oggi è nota anche e soprattutto per essere la città dei murales che sono affreschi di grandi dimensioni dipinti sulle pareti delle case di Cibiana, che è stata per questo denominata "Paese dei Murales". L'insieme di queste opere costituisce un museo all'aperto che annualmente viene arricchito con nuovi soggetti, alla cui realizzazione hanno contribuito artisti italiani e stranieri giunti anche dal Giappone e dall'ex URSS. Arte, assetto urbanistico ed architettonico si coniugano mirabilmente.
Questa iniziativa nasce nel 1980 con l’obiettivo di recuperare tradizioni, mestieri e storie del patrimonio culturale del paese per riproporle in chiave di memoria collettiva di pubblico accesso grazie alle arti figurative valorizzando in questa maniera originale il patrimonio abitativo e allo stesso tempo abbellendo l'abitato come era d'uso nelle città medievali d'Italia.
Non a caso negli affreschi e negli altri dipinti realizzati, la componente fondamentale è quella del recupero e della rappresentazione dei mestieri e della storia che hanno contrassegnato il paese per lunghi anni la vita del Paese.
Nel 2002 è stato aperto sul Monte Rite (2180 m s.l.m.) un Museo tra le Nuvole dedicato alla storia delle Dolomiti, parte del progetto Messner Mountain Museum, curato dal celebre alpinista altoatesino Reinhold Messner.

sabato 28 agosto 2010

Port Grimaud:città lacustre della Provenza


La chiamano anche la Venezia della Provenza.
E’ Port Grimaud che si trova a soli 7 km da Saint Tropez ed è interamente costruita dall’uomo, ma inserita in modo perfetto e mirabil nella natiura che la circonda.
E’un posto davvero pittoresco e suggestivo questa piccola cittadina costruita interamente su una laguna con i vari ponticelli che permettono di girovagare in lungo ed in largo.
Non vi sono le gondole come a Venezia ma se si desidere fare un tour della città si puòdere dalla piazzetta principale un piccolo piroscafo oppure noleggiare una piccola imbarcazione.
Questo borgo balneare davvero originale nel suo insieme è stata realizzato dall'architetto François Spoerry nel 1960 sulle paludi del fiume Gisèle sulla baia di Saint Tropez. Costruito alla maniera veneziana con canali, prenta case come quelle di Saint Tropez e cioè realizzate costruite allo stile francese dei pescatori.
Dopo il successo della prima fase dello sviluppo, è stato realizzato nel 1970 Port Grimaud 2 (che estende la città più a est) sia stato e poi di nuovo, Port Grimaud 3negli anni '90.
Assai interessante è la Chiesa di San Francesco d'Assisi, una versino moderna del tradizionale stile romanico con vetrate ideate da Victor Vasarely.
Due sono le principali spiagge di Port Grimaud:entrambe sono di sabbia finissima di colore chiaro mentre l'acqua del mare è azzurra chiara e limpida.
La plage de Port Grimaud è adiacente al villaggio e sulla spiaggia si trovano alcune rocce. La spiaggia è piuttosto corta, abbastanza stretta ed uniforme. Sulla spiaggia vi sono pochi luoghi di ristorazione. La spiaggia è facilmente raggiungibile a piedi.
La Plage Saint Pons è situata in un ambiente naturale,non di grande dimensione.

giovedì 26 agosto 2010

Guardia Piemontese: isola etnolinguistica della Calabria


Percorrendo la costa tirrenica calabrese, provenendo da Maratea in Basilicata, si incontrano nella provincia di Cosenza stupendi ed incantevoli paesi come Scalea, Cirella, Diamante, Belvedere fino ad arrivare alla marina di Guardia Piemontese il cui capoluogo del comune sorge a 514 metri sul livello del mare.
Guardia Piemontese è una vera e propria isola etno linguistica tra le più interessanti dell’Italia meridionale.
Singolari infatti sono i costumi ed il dialetto che si rifanno ad va antiche origini provenzali.
E’ un paese che vanta una grande storia:già nota con il nome di Casale di Fuscaldo, chiamata successivamente Guardia Fiscalda e Guardia Lombarda, solo in anni più recenti ha preso la denominazione attuale di Guardia Piemontese. L'aggettivo "piemontese" del nome, deriva dall'origine di questa popolazione valdese, la quale a causa della povertà, dell'intolleranza religiosa e delle persecuzioni subite nelle proprie terre, in Piemonte, dovette fuggire alla ricerca di un luogo più sicuro e ospitale.
I Valdesi arrivarono in Calabria tra il XII e il XIII secolo dal Piemonte e vissero senza conflitti per due-tre secoli con le comunità cattoliche circostanti. Dopo la loro adesione alla riforma protestante il cardinale alessandrino Michele Ghislieri (futuro papa Pio V), deliberò che venissero annientati sia i valdesi del Piemonte sia quelli della Calabria. Scatenò così contro di loro una crociata e li sterminò.
La persecuzione religiosa si propagò, in tempi antichi, fino nella parte antica di Guardia (il cosiddetto "paese") con scontri e violenze e l'uccisione di gran parte della popolazione, comprese donne e bambini. I pochi supersiti scampati al massacro furono costretti alla conversione.
Il guardiolo, o lingua guardiola, costituisce l'unico esempio di lingua occitana nel meridione italiano ed è isolata rispetto all'area nativa che consiste sostanzialmente nella Francia meridionale-orientale. Altre aree occitanofone in Italia sono alcune valli alpine del Piemonte e della Liguria.
L’abitato è caratterizzato da da un labirinto di vie strette e tortuose ed è ancora cinto da mura medievali con varie Porte di cui una “la porta del sangue” in ricordo dello sterminio dei valdesi nel 1561
Caratteristica suggestiva di molte vecchie case sono gli spioncini sulle porte che servivano agli inquisitori per accertarsi che le famiglie recitassero le preghiere d’obbligo.

lunedì 23 agosto 2010

La cappella sistina di San Daniele del Friuli


Ci troviamo a San Daniele del Friuli in un paesaggio collinare nei dintorni di Udine, nel cuore della regione. Adagiato sulla sommità di una collina offre una vista che spazia dalla pianura friulana alle Alpi Giulie e si apre sull'anfiteatro morenico del Friuli Collinare e i suoi castelli.
In questa mirabile cornice paesaggistica di San Daniele, ricca di chiese e monumenti prestigiosi e rinomata anche per il suo eccellente prosciutto, ci imbattiamo nella chiesa di Sant'Antonio Abate soprannominata giustamente come la "Sistina del Friuli" perché al suo interno custodisce uno splendido ciclo di affreschi rinascimentali realizzato tra il 1497 e il 1522 da Martino da Udine, più conosciuto con il nome di Pellegrino da San Daniele, uno tra i più famosi pittori friulani dell'epoca.
La prima notizia riguardante la chiesa di Sant'Antonio Abate risale al 1308. Fu danneggiata dal terremoto del 1348 e nel 1441 fu riparata conservando l'originaria struttura a capanna con un'unica navata. Nel 1470 si conclusero i lavori della facciata gotica in pietra d'Istria con il magnifico rosone raggiato e un portale in pietra nella cui lunetta sono collocate le effigi di Sant'Antonio Abate, di San Giovanni Battista e di Sant'Antonio da Padova
La Chiesa di S. Antonio Abate è tardo-gotica,ed è importante dunque per lo splendido ciclo di affreschi di Pellegrino da S. Daniele.
Dipinto a più riprese tra il 1497 e il 1522, costituisce il più bel ciclo di affreschi rinascimentali del Friuli e quello più esteso del pittore e ne testimonia le varie fasi pittoriche dalle origine friulane fino al capolavoro del San Sebastiano (1515). Gli affreschi possiedono una accentuata componente plastica ottenuta attraverso i forti contrasti chiaroscurali e la marcata delineazione dei contorni.
Storie sacre e figure sono dipinte nel coro, nell'arco trionfale e nella parete di destra. Nella parete di sinistra, affreschi della fine del XIV secolo.
Non meno pregevoli sono il Duomo,la biblioteca guarnierana e la gotica chiesa di S Maria delle Fratte con forme quattrocentesche

lunedì 16 agosto 2010

L'antica abbazia di Pomposa


Le abbazie benedettine hanno avuto un ruolo fondamentale nella diffusione della cultura in Europa.
Grande è stato il loro impulso alla crescita europea , grazie all’opera feconda dei monaci amanuensi la cui funzione fu cardinale prima dell’avvento della Stampa ,
In tale contesto una vera culla di cultura l’abbazia di Pomposa situata nel comune di Codigoro in provincia di Ferrara.

Notizie su Pomposa risalgono già partire dal IX secolo, ma probabilmente l'insediamento era anteriore di due o tre secoli, fondato in epoca longobarda dai monaci di San Colombano.
L'abbazia venne consacrata nel 1026 (quindi edificata prima) dall'abate Guido. Alla basilica il magister Mazulo aggiunse un nartece con tre grandi arcate. Agli inizi del XIV sec. Pomposa aveva giurisdizione su 49 chiese sparse nell'Italia centro - settentrionale. Con l'avvento di San Guido degli Strambiati ad abate di Pomposa (1008-1046) inizia il periodo più fecondo dell'abbazia benedettina, che sarà visitata in seguito da personaggi importanti, come ad esempio San Pier Damiani e Dante Alighieri.
Nello stesso periodo, fu monaco Guido d'Arezzo al quale si deve "l'invenzione" delle note musicali
Fino al XIV secolo, l'abbazia godette di proprietà sparse in tutta Italia grazie alle donazioni, poi ebbe un lento declino dovuto a fattori geografici e ambientali quali la malaria e l'impaludamento della zona.
La basilica di tipo ravennate è del VII-IX secolo e venne successivamente allungata e venne aggiunto l'atrio ornato di fregi in cotto, oculi e scodelle maiolicate. All'interno della chiesa a tre navate, sulle pareti affreschi trecenteschi di scuola bolognese e nell'abside affreschi di Vitale da Bologna.
Altissimo rispetto al resto dell'edificato (48 metri), il campanile è del 1063 in forme lombarde e ricorda quello, di circa 75 metri, dell'Abbazia di San Mercuriale nella non lontana Forlì.
. Procedendo dalla base verso la sommità del campanile le finestre aumentano di numero e diventano più ampie seguendo una tendenza classica di quel periodo, che serviva ad alleggerire il peso della torre e a propagare meglio il suono delle campane
Non meno interessante sono la sala capitolare ornata di affreschi degli inizi del Trecento di un diretto scolaro di Giotto eil refettorio che ha sulla parete di fondo il più prezioso ciclo di affreschi dell'abbazia attribuito a un maestro riminese forse il Maestro di Tolentino.

martedì 10 agosto 2010

Corsi d'acqua e chiuse navigando da San Pietroburgo a Mosca



Tra le grandi opere di ingegneria che si sono realizzate nel corso dei secoli, a partire dall’età egizia, si inseriscono appieno le imponenti costruzioni di chiuse compiute in Russia per rendere navigabili i corsi d’acqua in ampi tratti del territorio come quella vasta area ara che va da San Pietroburgo a Mosca
Già al tempo dello Zar Pietro il Grande le turbolenze atmosferiche dell'autunno russo sul lago Ladoga come gli insidiosi banchi di sabbia e detriti nelle zone dello sbocco di uscita del fiume dal lago ne rendevano pericolosa la navigazione e procuravano frequenti perdite di navi, merci e vite umane. Le basse, prevalenti di 8 – 10 metri facevano nascere corte ma ripide onde, che spesso rendevano impossibile alle numerose ed usuali grosse navi a chiglia piatta di entrare nel lago attraverso la Neva o lo sbocco del fiume Svir'.
Con l'incremento del traffico merci dalla zona centrale della Russia alla nuova capitale San Pietroburgo e al mare Baltico si moltiplicarono pertanto le richieste di vie d'acqua più sicure, cosicché furono impegnati abili ingegneri nel piano di nuove vie d'acqua.
Ma quando si parla di realizzazioni delle chiuse idrauliche , concepite già al tempo di Leonardo da Vinci, il riferimento va soprattutto alle opere sviluppate nel periodo staliniano quando fu dato l’avvio alla realizzazione di chiuse sul canale Moscova.Volga o Canale di
Ciò comportò l’impiego di più di un milione di uomini,di prigionieri del Gulag fra cui molti persero la vita e furono seppelliti nelle fosse comuni
L’obiettivo di Stalin fu triplice:
In primo luogo, si trattava di fornire l'acqua potabile a Mosca. Sotto le mura del Kremlino, non era raro di poter attraversare la Moskova a piedi. Gli occhi di Stalin si sono allora diretti verso la Volga: un canale di 128 km era sufficiente per collegarla alla capitale. In secondo luogo,volle assicurare il collegamento di navigazione tra la Moskova e la Volga, condizione indispensabile per creare un "porto dai 5 mari" nella capitale russa. Ed infine volle creare una catena di produzione idroelettrica con la messa in servizio di 8 dighe. A tutto ciò si aggiunge una ragione soggettiva: bisognava far partire alle porte di Mosca un cantiere gigante che potesse diventare un simbolo. Della grandezza del mondo sovietico.
La metropolitana di Mosca (1935) e il Canale Moskova-Volga sono le due realizzazioni più emblematiche dell'epoca staliniana.
Si trattò infatti di un cantiere gigantesco: 200 milioni di metri cubi di terra scavata, 3 milioni di metri cubi di cemento, 7 dighe di cemento, 8 dighe di terra, 15ponti, 11 chiuse, 2 tunnel e il Terminal Nord, da dove si attracca a Mosca con la sua stazione marittima. Non bisogna dimenticare inoltre le 5 stazioni di pompaggio che spingono l'acqua della Volga verso la Moskova.
Per un viaggiatore che si trovi a percorrere in navigazione il percorso di San Pietroburgo a Mosca il viaggio è dunque assai suggestivo e pieno di interesse dal punto di vista naturalistico e storico.

domenica 8 agosto 2010

Cesenatico:il porto canale


Uno dei centri turistici più rinomati del litorale romagnolo è senza dubbio Cesenatico che per organizzazione ed attrezzature turistiche non ha nulla da invidiare a Rimini e Riccione.
Sarebbe tuttavia riduttivo se ci limitassimo a parlare delle attrezzature alberghiere e della vita animata della Cesenatico moderna.
Ed ancora faremmo un torto a Cesenatico se menzionassimo soltanto il suo Grattacielo che per anni è stato uno dei più alti di Europa e che rappresenta il simbolo moderno della città
Cesenatico ha una storia complessa e densa di vicende alterne ed ha la sua origine nell’età del bronzo cioè circa 18.000 anni fa quando in un'estesa laguna dove zone salmastre si alternavano a zone paludose di acqua dolce.Il primo ritrovamento umano fu un un accampamento di pastori dell'Età del bronzo risalenti a circa 3.000-1.000 anni prima di Cristo.
Da sempre rivale di Cervia per il dominio marittimo sulla riviera per coloro che vanno alla ricerca di luoghi di interesse culturale, storico ed artistico è celebre per il su porto canale, opera di straordinario livello di ingegneria idraulica concepita dal genio leonardesco precursore della scienza e della tecnologia moderna.
Il porto canale di Cesenatico è ancora oggi la vera "spina dorsale" della vita cittadina, del commercio della città.
Ivi approdano le barche della moderna flottiglia da pesca.
Il porto è sempre stato l'asse principale su cui, nel corso dei secoli, si sviluppò il paese, ora Comune, di Cesenatico, prima come luogo di pescatori e traffici mercantili, poi come luogo turistico
Il porto canale tracciato già ai primi del Trecento, fu realizzato due secoli più tardi su progetto di Leonardo Da Vinci su incarico dei Borgia, all'epoca signori della Romagna.
Leonardo Da Vinci risolse l'arduo problema dell'insabbiamento dell'imboccatura, modificò l'orientamento e la lunghezza delle singole palizzate e ampliò i bacini collegati, affinché l'acqua del mare potesse entrare e accumularsi, bloccata da tramezzi mobili, per poi defluire con rapidità durante le basse maree e col deflusso tener libero l'ingresso.
Oggi il tratto più antico e particolare del Canale ospita il Museo galleggiante della Marineria. Nella sezione galleggiante sono raccolti i prototipi delle barche dall'alto e medio Adriatico, con colorate vele,che frequentarono il porto di Cesenatico dopo la scomparsa della vela latina e prima dell'avvento della motorizzazione.
Nel 2005 il porto è stato ristrutturato inserendo le cosiddette “porte vinciane”, una sorta di diga che chiude il canale in caso di alta marea allo scopo di evitare le tracimazioni del canale che negli ultimi anni avevano recato seri danni alle zone limitrofe.

giovedì 5 agosto 2010

Sarsina nella valle del Savio :ricordando Plauto


Sulla strada per Cesena, si incontra nella valle del Savio Sarsina,nota nella letteratura latina perché diede i natali nel 254 a.C. al  grande commediografo Plauto.
Il primo insediamento stabile nell'area in cui sorge l'odierna città era abitato da popolazione umbre presenti nella valle del Savio, giunti nel IV secolo a.C..
Fu sottomessa dai Romani nel 266 a.C., in seguito a due gravose campagne militari, che le conferirono lo status di civitas foederata (città alleata), concedendo quindi alla città una certa autonomia.
Dopo essere diventato un municipio romano integrato ed organizzato, sul piano urbanistico ed architettonico, con la dotazione inoltre di una massiccia cinta muraria durante l'età imperiale, fino al III secolo d.C.lo sviluppo della cittadina crebbe notevolmente, grazie anche ad una solida economia silvo-pastorale e ai suoi rapporti commerciali con il porto di Ravenna.
A Sarsina fra il III e il IV secolo fu nominato il primo vescovo, Vicinio,divenuto poi santo e protettore della città.
La cattedrale a lui dedicata fu eretta su un edificio preesistente di epoca romana o paleocristiana.
La tipica facciata romanica della chiesa ubicata proprio nella piazza Plauto corrispondente all’antico foro Romano, è solcata dai segni di rifacimenti ed aggiustamenti operati nel corso dei secoli. Sopra l'ingresso, nella lunetta, vi è un mosaico raffigurante il santo titolare con la mitria da vescovo e la catena miracolosa. Il campanile, di epoca tarda, venne restaurato nel XVIII secolo. L'interno della cattedrale è a tre navate a croce latina, separate da colonne, con soffitto a capriate; la navata centrale, più larga di quelle laterali, termina con l'abside.Di particolare importanza è lè il bassorilievo altomedievale raffigurante Cristo tra gli arcangeli.

lunedì 2 agosto 2010

Nizza: città d'incanto, punto di incontro di arte e cultura


Ogni volta che mi reco a Nizza il pensiero va a Napoli la città della mia giovinezza.
Le due città hanno elementi di similitudine nei paesaggi e nella conformazione geografica
Faremmo tuttavia un torto ad entrambe le città se non ne cogliessimo gli aspetti peculiari e distintivi.
Qui parliamo di Nizza, questa incanevole città della Costa azzurra situata in una posizione panoramica felicissima e caratterizzata da condizioni climatiche molto clementi.
E’ una città certamente francese, ma anche di confine e diede i natali a Garibaldi l’eroe dei due mondi.
Fu città provenzale e, per lungo tempo, savoiarda e sardo-piemontese; fu annessa all'impero francese dal 1860 mediante un plebiscito che fu vivamente contestato - anche da Giuseppe Garibaldi
Per un breve periodo durante la seconda guerra mondiale (1942-1943) fu occupata dal Regno d'Italia.
Ma Nizza è anche e soprattutto un crocevia di culture e da molto tempo meta preferita di pittori, scrittori e vari esponenti dell’arte.Negli anni '20 del secolo scorso soggiornarono ad esempio Ernest Hemingway, Thomas Mann e Adolf Huxley.
Si respira ovunque un’aria internazionale che ben si coniuga con l’atmosfera francese della città.
Tanti sono Luoghi importanti importanti di attrazione e tanto per enumerarne alcuni:la promenade des Anglais,la strada lungomare di Nizza, che rappresenta un luogo di incontro e di passeggio per turisti e cittadinanza locale. Tipiche sono le sue "chaises bleues", le sedie blu dove è possibile sedersi e gustare la brezza marina;
la Place Massena una delle più rappresentative piazze di Nizza che mostra l'evidente matrice piemontese nei portici che le fanno corona;
la chiesa russa ortodossa realizzata nel 1912 su ispirazione della Cattedrale di San Basilio sulla Piazza Rossa a Mosca, per venire incontro alla grande affluenza di nobili russi che nel 19° secolo si recavano a Nizza per evitare i rigori dell'inverno russo;
il porto, scavato nel 1750 per ordine di Carlo Emanuele III di Savoia nelle paludi di Lympia che venne ampliato nel XIX secolo;
la piazza Garibaldi con impronta tipicamente savoiarda Vi campeggia la statua dell’Eroe dei due Mondi.
Posizionato in cima una collina e contornato da un giardino ricco di piante mediterranee, vi è il Museo Nazionale Messaggio Biblico Marc Chagall in cui è ospitata la più vasta collezione di opere dell'artista bielorusso.Moltissime sono le opere donate e fra queste figurano le 17 grandi pitture a tema biblico dalle quali viene il nome del museo.
La visita è estremamente interessante e Marc Chagall stesso ci offre una chiave di lettura della sua poetica e della sua pittura quando afferma: "la Bibbia è l’alfabeto colorato della speranza, in cui hanno intinto i loro pennelli i pittori di tutti i tempi".