martedì 16 novembre 2010

Lo speco di San Francesco:l'eremo di Sant'Urbano

L'itinerario dei santuari francescani è ricco di pittoreschi e caratteristici conventi disseminati in Umbria, Toscana e Sabina ove si può percorrere in particolare la valle santa di Rieti che annovera tra i più noti Poggio Bustone, Fontecolombo, Greccio e la Foresta.

Poco o comunque non molto si dice su un luogo minore e cioè l’eremo di Sant’Urbano molto rappresentativo della spiritualità del poverello d’Assisi.

E’ veramente un luogo come lo intendeva S. Francesco, lontano dai rumori delle vie di transito, immerso nella natura ridente e serena Il Santo vi si ritirava volentieri in silenzio ed in preghiera, meditando a lungo la Passione del Signore.

L’eremo è situato a 560 metri sul livello del mare, incuneato tra le rocce e gli aceri del monte Bandita

Vi si accede da Terni o da Narni per S. Urbano per non più di 14 Km.

Sei accolto dal saluto di S. Francesco: “Il Signore ti dia pace”

Si narra che Francesco sia arrivato in questo luogo di pace nel 1213, venendo da Narni a piedi. Con pochi dei suoi compagni.

Tommaso da Celano nel Trattato dei miracoli[ narra alcuni eventi miracolosi che accaddero in questi luoghi. “Durante la sua malattia, Francesco chiese del vino, ma poiché non ve ne era, gli fu portata dell'acqua. Egli la benedisse con un segno di croce, e l'acqua acquistò il sapore del vino; dopo averla bevuta, guarì dalla malattia. In seguito, ancora convalescente, si appoggiava ad un bastone; lasciando lo speco, volgendo un ultimo sguardo al bosco, piantò nella terra il bastone: il legno germogliò e diede vita ad un grande albero di castagno, che la tradizione identifica con quello ancora esistente nel prato antistante la cella del Santo”

Si entra al santuario percorrendo una strada pedonale denominata Viale del perdono; all' ingresso si trova la piccola chiesa, edificata tra il 1585 e i primi anni del Seicento. Costituita da un solo ambiente, presenta un crocifisso ligneo cinquecentesco e un tabernacolo del Seicento.

Accanto si apre il chiostro[, risalente al Quattrocento, da cui si accede alla Cappella di San Silvestro. L'oratorio, edificato dai Benedettini intorno all'anno 1000, presenta nell'abside un affresco del Trecento, con il Crocifisso e la Madonna, San Giovanni Evangelista san Francesco e san Silvestro. Altri affreschi raffigurano Santa Chiara,San Girolamo e Santa Caterina d’Alessandria sempre nell'abside, vi è l'antico pozzo da cui, secondo la tradizione, fu attinta l'acqua che san Francesco tramutò in vino.

Dal chiostro si entra anche nel quattrocentesco Refettorio di San Bernardino, dove si conservano le antiche tavole e un lavello in pietra.