martedì 29 marzo 2011

Monterchi e la Madonna del parto, tappa fondamentale dell'itinerario pierfrancescano.



La provincia di Arezzo è indubbiamente una delle più belle della Toscana: è un crogiolo di paesaggi stupendi, cultura ed arte.
Un percorso culturale di grande interesse artistico è il cosidetto itinerario pierfrancescano che consente di visitare luogo per luogo le mirabili opere rinascimentali di Piero della Francesca, il maestro per eccellenza della luce e della prospettiva.
Il suo capolavoro è senza dubbio “ il ciclo della leggenda della Croce” nella basilica di San Francesco ad Arezzo.
Ma qui non vogliamo parlarvi della leggenda della croce a cui tutti i libri di storia dell’arte dedicano grande spazio con dovizia di illustrazioni e notazioni critiche
Intendiamo piuttosto soffermarci su paese di Monterchi un borgo non lontano da San Sepolcro, il paese natale del grande pittore.
E’ arroccato su una collina isolata, denominata in passato Mons Herculis, (Monte di Ercole), sovrastante le colline della Valtiberina che un tempo apparteneva all’Umbria.
E’ un borgo di chiara origine medievale distrutto in parte nel corso dei secoli dai terremoti.
Ebbene in questo paese nella piccola chiesa di Santa Maria a Momentana isolata in mezzo al verde, alle pendici della collina ove sorge il centro abitato, Piero della Francesca dipinse uno dei suoi più noti e ammirati capolavori, la Madonna del Parto.
Il fascino straordinario della Madonna richiama visitatori da tutto il mondo.
E’una Madonna insolita che colpisce per la sua iconografia molto più frequente in Spagna L’affresco, ora al Museo Madonna del Parto, rappresenta la Vergine che si mostra al popolo dei fedeli al centro di una tenda preziosa, come un’apparizione. Eppure è viva e reale:una donna come tutte le altre, incinta, giovanissima e immersa nell’attesa del nascituro che cambierà la sua vita dell’umanità.
La donna prescelta di Dio come strumento della Redenzione è dipinta, in una posa regale, ma anche di grande realismo: con magistrale delicatezza Piero ha messo in evidenza il suo stato, raffigurando il gesto estremamente naturale con il quale si appoggia una mano al ventre, mentre l’altra, portata sul fianco curvo, sottolinea il corpo appesantito.
E’ un tema ai limiti dell’ortodossia teologica e come tale assieme ad altre opere d’arte fu dichiarata eretica dalla Controriforma che tendeva a esaltare la piena ed esclusiva spiritualità della chiesa cattolica nella difficile epoca post luterana.
E’ senza alcun  dubbio un itinerario che lascia il segno nella mente e nel cuore di ogni visitatore.