mercoledì 29 settembre 2010

Chateau de Vincennes: ultima dimora del Cardinale Mazzarino

 
Chi soggiorni a Parigi, non può trascurare di visitare le chateau de Vin cennes, raggiungibile facilmente con la metropolitana dal centro della capitale francese, Non appena si raggiunge Vincennes si scorge il castello da lontano:è tutto completamente ristrutturato e sembra nuovo di zecca.
Lo" château de Vincennes" è il più importante castello fortificato francese tuttora esistente; per l'altezza del suo mastio, oltre 50 metri, è la più alta fortezza di pianura d'Europa. I restauri completi del Mastio sono terminati nell’anno 2000 quindi la costruzione appare ora in tutta la sua bellezza.
Il castello si sviluppa in altezza, è tondeggiante,alto e di colore chiaro e svetta circondato da ulteriori mura interne a protezione di un vero gioiello antico.
Nacque come semplice padiglione di caccia, costruito da Luigi VII verso il 1150 nella foresta di Vincennes, e divenne nel XIII secolo un vero e proprio maniero ad opera di Filippo Augusto e di Luigi IX.
A metà del Medioevo, Vincennes fu ben più che una fortezza militare: Filippo III (nel 1274) e poi Filippo IV (nel 1284) si sposarono qui; e tre sovrani del XIV secolo vi trovarono la morte: Luigi X (1316), Filippo V (1322) e Carlo IV (1328). Inoltre le reliquie della corona di spine di Cristo furono conservate nel castello prima di essere trasferite alla Sainte-Chapelle di Parigi. Una nuova cappella fu edificata all'interno della cinta del castello per ricevere un frammento della reliquia, rimasto a Vincennes.
Verso il 1337, Filippo IV decise di fortificare il sito costruendo un mastio nella parte occidentale: con i suoi 52 metri di altezza è oggi la più importante fortificazione medievale d'Europa; la cinta muraria, che si sviluppa per oltre un chilometro (330 x 175 m), fiancheggiata da tre porte e sei torri alte 42 metri, fu edificata dai Valois due generazioni più tardi, attorno al 1410.
Nel XVII secolo l'architetto Louis Le Vau costruì per Luigi XIV le ali "del Re" e "della Regina" e il castello diventò la terza residenza realena iI lavori di ricostruzione che tuttavia non proseguirono oltre, dato che la Reggia di Versailles assorbiva tutti gli sforzi..
Nel XVIII secolo il castello servì come sede per la nascente Ecole militaire, per alcune armerie e per la Manifattura porcellane di Vincennes, precorritrice della Manufacture nationale de Sèvres; quindi fu prigione di Stato. Vi furono reclusi il marchese de Sade, Mirabeau e Diderot, fra gli altri.
Nel 1796 il castello fu convertito in arsenale di Parigi. Nel 1804 il duca d'Enghien fu fucilato nel fossato del castello.
Questa è la storia di un castello che racchiude in sé la storia della Francia e che fu dimora del celeberrimo cardinale Mazzarino, primo ministro francese al tempo di Luigi XIV.
Qui l’italien come lo chiamavano spregiativamente in Francia vi morì nel 1661.










lunedì 27 settembre 2010

Zermatt:un paese d'incanto nelle Alpi svizzere


La confederazione elvetica vanta città importanti e paesi ridenti molti dei quali sono incuneati nelle Alpi.
Mete di turismo, alpinismo e sci in tutte le stagioni sono un richiamo importante per visitatori provenienti da tutte le parti del mondo.
L’Italia gode della vicinanza di questo paese e per questo motivo vi è durante l’anno un flusso continuo di persone che si recano in questo paese non appartenente all’Unione Europea.
Uno dei paesi alpini di incanto e centro di grande attrazione è Zermatt, raggiungibile soltanto con ferrovia considerata la più ripida del mondo che scorre sull’orlo di precipizi vertiginosi.
A Zermatt non circolano automobili e si gode una calma perfetta. :un calesse trainato da cavalli o una vetturetta elettrica ti condurrà all'albergo risalendo la via principale .
Nell'Ottocento Zermatt era un modesto villaggio di montagna, costituito da case arse dal sole e da rimesse di legna accatastata. Con Chamonix, a partire dagli anni '40 dell'Ottocento divenne in seguito la capitale dell'alpinismo nascente, praticato essenzialmente dagli Inglesi. I montanari cacciatori di camosci si convertirono allora in guide alpine.
Il comprensorio sciistico di Zermatt, a cavallo sulla Svizzera e l'Italia, consente di attraversare e di ammirare paesaggi di sogno e offre globalmente dei tracciati facili e accessibili a tutti. E naturalmente piste adatte soltanto per provetti sciatori.
Una bella escursione è quella che da Zermatt, salendo a bordo del trenino, porta a Gornergrat (un treno ogni 20 min, 1 ora e 40 andata e ritorno),che ospita anche un osservatorio. Costruita un secolo fa, questa prima ferrovia a cremagliera (ideata per i pendii molto ripidi) è la più alta d'Europa. Si può scendere dal treno a Riffelberg (2.582 m) o Rotenboden (2.815 m) per ammirare le vedute grandiose sui mari di ghiaccio che circondano il Cervino e raggiungere Zermatt a piedi da Riffelberg (2 ore di discesa su 950 m di dislivello.


venerdì 24 settembre 2010

La chiesa di San Lorenzo Maggiore a Napoli: vero gioiello gotico caro a Boccaccio

 
Napoli  vanta moltissime chiese ad architettura gotica e tra queste meritano di essere le chiese gotiche dell’Incoronata, di San Giovanni a Carbonara, di Santa Maria Donnaregina, di San Pietro a Majella impreziosite nei secoli da affreschi, marmi, tavole e dipinti.
Ma la chiesa gotica per antonomasia, vero gioiello della Napoli artistica è San Lorenzo Maggiore.
E’ una grandiosa costruzione gotica, risalente alla fine del Duecento, che si innalza nella piazza San Gaetano, nel centro storico della città.. La costruzione è imponente, soprattutto perchè si trova in una piazza  inserita in un dedalo di vicoli, caratteristici di quelle zone antiche.
Eretta per volere di Carlo d’Angiò tra la fine del XIII e gli inizi del XIV secolo, là dove sorgeva una preesistente chiesa paleocristiana, è uno straordinario esempio dello stile gotico francese a Napoli. Rinnovata in forme barocche nel XVII e XVIII secolo, i restauri novecenteschi ne hanno restituito le originarie forme gotiche. La facciata di Ferdinando Sanfelice è del 1742 e conserva il trecentesco portale marmoreo originario. La pianta è a croce latina a navata unica, con copertura a capriate lignee, scandita da colonne di sostegno di archi a sesto acuto e cappelle laterali. Di rilievo è l’abside poligonale con volte a crociera e cappelle radiali illuminate da alte finestre bifore e trifore. Molte le opere di interesse artistico tra cui il Sepolcro di Caterina d’Austria con sculture di Tino da Camaino (1323) e il Cappellone di S. Antonio opera barocca di Cosimo Fanzago (1638). All’esterno, accanto alla chiesa, vi sono il campanile quattrocentesco e il convento dei Frati Minori con il chiostro settecentesco, la Sala Capitolare affrescata da Luigi Rodriguez (1608) e il refettorio.
La chiesa che sorge su un antico “ macellum” di preesistente epoca romana è molto cara anche agli studiosi della letteratura italiana perché , si narra che fu qui che Boccaccio si innamorò perdutamente di Maria dei conti d’Aquino - conosciuta nelle sue opere come Fiammetta Il convento attiguo ospitò Francesco Petrarca e, infine, nella stessa chiesa, Alfonso I d'Aragona riconobbe come successore il figlio Ferdinando col titolo di Duca di Calabria.

martedì 21 settembre 2010

Le iscrizioni di San Clemente a Roma: prime testimonianze delle origini della lingua italiana

La basilica di San Clemente è senza dubbio uno dei luoghi di culto cristiano di Roma più celebre.

Situata nelle vicinanze del Colosseo, tra il colle Oppio ed il Celio,prende nome da San Clemente, il terzo successore di San Pietro, morto intorno al 100 dc Si compone di due chiese sovrapposte sorte sopra costruzioni romane, anche esse a strati.
Non intendiamo soffermarci analiticamente sulle strutture architettoniche e pittoriche di queste chiese superiore ed inferiore dense di storiae stupende per le opere d’arte in esse inserite.
Per rendersene conto, basti pensare ad esempio al grandioso mosaico del Trionfo della Croce della prima metà del secolo XII, ai magnifici affreschi di Masolino di Panicale situati nella cappella di Santa Caterina d’Alessandria, al celebre mitreo.  testimonianza feconda della religione mitraica in un certo senso competitiva all’epoca di quella cristiana.
Qui intendiamo invece soffermarci sulle opere di datazione paleocristiana ed in particolare sugli affreschi della basilica raffiguranti alcuni miracoli attribuiti a san Clemente. In uno degli affreschi è raccontata la leggenda miracolistica del prefetto Sisinnio, il quale, arrabbiato a causa della conversione della propria moglie Teodora, la seguì con alcuni soldati; quando la trovò in una sala mentre assisteva ad una messa celebrata da Clemente, ordinò il suo arresto, ma Dio non lo permise accecando Sisinnio e i soldati. Il prefetto restò cieco fino al suo ritorno a casa.
Nella parte inferiore dell'affresco, ci sono le più antiche espressioni murali espresse in una lingua intermedia fra il latino e il volgare Tra queste compare l’iscrizione del XI secolo, primo esempio in cui il volgare italiano appare usato con intento artistico
Rappresenta il patrizio Sisinnio nell’atto di ordinare ai suoi servi (Gosmario, Albertello e Carboncello) di legare e trascinare san Clemente il quale, nel frattempo, si è trasformato in una colonna di pietra. Si tratta di un frammento della "Passio Sancti Clementis". Si leggono, a forma di fumetto, queste espressioni:

Sisinium: «Fili de le pute, traite, Gosmari, Albertel, traite Falite dereto colo palo, Carvoncelle!» San Clemente: «Duritiam cordis vestris, saxa trahere meruistis». Traduzione: Sisinnio: «Figli di puttana, tirate! Gosmario, Albertello, tirate! Carvoncello, spingi da dietro con il palo» Clemente: «A causa della durezza del vostro cuore, avete meritato di trascinare un sasso [o sassi]».
Mentre la seconda parte in latino è attribuita a Clemente, la prima parte invece è in volgare con chiare influenze romanesche che fanno comici e grotteschi il pagano Sisinnio e i suoi servi.L'affresco illustrante il miracolo di san Clemente è dunque famoso soprattutto per le poche scritte che vi compaiono ,considerate dai critici letterari tra le prime e rarissime forme di italiano volgare scritto e perciò citate nei testi di storia della letteratura e di linguistica italiana accanto ad altre testimonianze come l'iscrizione della catacomba di Commodilla, , il ritmo laurenziano, il ritmo bellunese, e molti altri ancora.
vedi curiosità storiche e lessicali

sabato 18 settembre 2010

San Michele Arcangelo sul Gargano:centro di culto dei pellegrini sulla via Francigena


Gli Angeli, i messaggeri del Signore sono presenti  in tutte le religioni, ma il loro culto devozionale è vivissimo nella religione cristiana assumendo livelli di culto elevati nell’alto medioevo quando si moltiplicarono i santuari a loro dedicati.
Tra gli angeli ,e in particolare Gabriele, Raffaele e Michele, quest’ultimo comunque ha una  primazia sugli altri.
A Michele è dedicato un santuario sul monte Gargano in Puglia sorto nel secolo VII
Secondo la tradizione, il santuario ha origine nel 490, anno della prima apparizione dell'Arcangelo Michele sul Gargano . A partire dal 650 l'area garganica, nella quale sorgeva il santuario, entrò a far parte dei domini longobardi, direttamente soggetta al Ducato di Benevento.
I longobardi nutrivano una particolare venerazione per l'arcangelo Michele, nel quale ritrovavano le virtù guerriere un tempo adorate nel dio germanico Odino, e già a partire dal VII secolo considerarono il santuario garganico come il centro di culto per antonomasia. Presto  divenne il principale centro di culto dell'arcangelo Michele  dell'intero Occidente ed un modello di riferimento per tutti gli altri. Il santuario fu oggetto del mecenatismo monumentale sia dei duchi di Benevento, sia dei re installati a Pavia, che promossero numerosi interventi di ristrutturazione per facilitare l'accesso alla grotta della prima apparizione e per alloggiare i pellegrini. San Michele Arcangelo divenne così una delle principali mete di pellegrinaggio della cristianità, tappa di quella variante della Via Francigena oggi chiamata “Via Sacra Langobardorum” che conduceva in Terra Santa.
Il Santuario infatti è uno dei tre maggiori luoghi di culto europei intitolati a San Michele, insieme alla Sacra di San Michele in val di Susa, e a Mont Saint-Michel in Normandia. I tre luoghi sacri si trovano a 1000 chilometri di distanza l'uno dall'altro, allineati lungo una retta che, prolungata in linea d'aria, conduce a Gerusalemme
Questi sono gli aspetti essenziali della storia e della tradizione di S Michele sul Gargano.

La struttura architettonica del Santuario risulta essere costituita da un livello superiore e da uno inferiore. Al livello superiore sono presenti il portale romanico e il campanile. Il campanile è chiamato anche torre angioina in quanto fu eretta da Carlo d'Angiò come ringraziamento a san Michele per la conquista dell'Italia meridionale ed è modellato secondo lo schema delle torri di Castel del Monte.

Il livello inferiore comprende la grotta, alla quale si accede direttamente dalla scalinata angioina, il museo devozionale e le cripte. La statua del Santo in marmo di Carrara fu scolpita da Andrea Sansovino ed è datata1507. In quel periodo era vescovo di Manfredonia, la diocesi di cui faceva parte Monte Sant'Angelo, il cardinale Antonio del Monte, compaesano dello scultore e probabile committente dell'opera che rappresenta uno dei primi capolavori del Rinascimento nel sud dell'Italia. La grotta presenta al suo interno, oltre la statua del Santo, la cattedra episcopale e la statua di San Sebastiano. Le cripte si trovano in ambienti di età longobarda e servivano da entrata alla grotta.

Si può dire dunque che il santuario sia uno dei punti di riferimento per eccellenza della cristianità, nonchè una vera e propria gemma dell'arte dell'Italia meridionale.




curiosità storiche e lessicali

 Si porta a conoscenza dei lettori che  ho avviato anche un altro blog sulle curiosità lessicali  e storiche, consapevole del fatto che la conoscenza di un luogo passa anche per l’approfondimento degli usi costumi , ma anche della lingua  del paese di riferimento dei modi dire e dei riferimenti storici.
curiosità storiche e lessicali

giovedì 16 settembre 2010

Yaroslavl :gemma dell'anello d'oro

La grande madre Russia, come è chiamata dai suoi abitanti, non solo vanta le superbe città di Mosca e San Pietroburgo, ma anche quella di Yaroslavl
E’ un grande centro , con il porto sul fiume Volga, sede di università e di aeroporto. La città si trova a circa 300 km a nord-est di Mosca, ed è attraversata dalla ferrovia transiberiana. E'stata fondata nel 1010 esattamente un millennio fa dal Principe Yaroslav il Saggio sull'alta riva del Volga.
Proprio per questa ragione quest’anno vi sono state a Settembre di quest'anno grandi manifestazioni celebrative alla presenza dei Capi di stato dei principali paesi del mondo.
Nel 1612 fu la capitale de facto della Russia, poiché Mosca era stata occupata dai polacchi. A Yaroslavl fu decisa la candidatura di Mikhail Romanov, a zar di tutte le Russie.
Questa è la storia in pillole
La città in cui si trovano bellissimi edifici religiosi e civili gelosamente conservati, è meta di un turismo nazionale e internazionale e fa infatti parte del cosiddetto anello d'oro. La città vecchia è iscritta al patrimonio mondiale UNESCO dal 2005.
Oltre a vantare una storia di dieci secoli Yaroslavl e' famosa per i suoi monumenti, piu' di 800, che l'hanno fatta definire dall'Unesco un esempio incomparabile di politica urbanistica del XVIII secolo. Ancor oggi e' esemplare il piano regolatore del 1778, voluto da Caterina la Grande con i suoi quartieri regolari orientati sui maggiori capolavori. Fra questi spicca il Monastero della Trasfigurazione del Salvatore. Il Monastero e' collocato all'ingresso del centro storico e chiunque arriva lungo Via Mosca e' colpito dalla sua bellezza.Vi sono forti testimonianze dei secoli precedenti. Per esempio alcuni scavi al suo interno hanno riportato alla luce un tempio del XIII secolo.  Allora e per un certo periodo di tempo Yaroslavl svolse le funzioni di capitale in cui il nostro monastero assunse il ruolo politico del Cremlino Lo stemma cittadino raffigura un'orsa nera nell'atto di imbracciare un'ascia dorata con la zampa sinistra, secondo un'antica leggenda relativa alla fondazione della città.
Le chiese più antiche della città risalgono al 17 ° secolo e appartengono al tipo cosiddetto Yaroslavl (costruito in mattoni rossi, con brillante esterni piastrelle).
La più bella è la Chiesa di Elia il Profeta, situata nella piazza centrale della città. L'insieme di affreschi sui muri e sulla volta all'interno della chiesa costituisce una rispettabile collezione di antichi dipinti russi.Un grandioso monumento a Yaroslav il Saggio domina completamente la grande piazza ed è la testimonianza del fondatore della città, colui che la leggenda racconta essere stato in grado di uccidere un orso a mani nude.
Yaroslavl è sede del Teatro Volkov (costruito nel 1750), il più antico teatro russo.

La città ha molte chiese ortodossa russa, una Vecchia chiesa credenti, una chiesa battista, una chiesa luterana, una moschea e una sinagoga.

domenica 12 settembre 2010

La chiesa di Santa Aurea ad Ostia antica


Nei pressi di Roma, ai margini di Ostia vi è  Ostia antica situata  nella pianura presso le foci del Tevere, al margine dell’antica città di Ostia che fu il porto di Roma e i cui scavi costituiscono una delle più monumentali zone archeologiche. Ostia antica è tuttavia nota anche per i monumenti epoca posteriore come il castello, realizzato da Baccio Pontelli ed uno dei primi e più begli esempi di architettura militare del Rinascimento ed ancora la chiesa di Santa Aurea.
Ma chi era Santa Aurea?
Nel IV secolo d.C. vi era l’abitudine, dal momento che prima dell’arrivo dei cristiani i romani erano rigorosamente pagani, di credere in tutte le divinità, le loro, quelle originarie dell’occidente, dell’oriente, dell’Egitto, etc. Sarà solamente l’imperatore Costantino nel 313 d.C. che permetterà a tutti i cristiani di professare la loro religione.
Aurea figlia di un nobile venne trasferita a Ostia Antica perché in quel luogo la sua famiglia aveva dei terreni.
Ella continuò a seguire la parola di Gesù nonostante avessero avuto inizio le fustigazioni e i maltrattamenti ed a lei tagliarono il seno, ma lei continuò a seguire la parola di Dio. A questo punto decisero di ucciderla affondandola nel mar Tirreno.e per questo motivo
Aurea,è colei che protegge i navigatori insieme a S.Lucia che indica la strada attraverso la luce.
Fu qui, ad Ostia Antica, costruita la chiesa dedicata a S.Aurea prima dedicata a S.Monica, la protettrice di tutte le mamme in quanto madre di S.Agostino. Della chiesa originale non vi è più traccia ma si sa che aveva una navata centrale come questa e due navate laterali. La chiesa fu spostata o meglio girata dal cardinale Giuliano Della Rovere. Accanto all’altare c’è una colonnina in marmo con su scritto “Aurea”.
L’interno della basilica si presenta ad un’unica navata, con soffitto a capriate, ed illuminata da un rosone e finestre bifore del Quattrocento. Sulla destra è posta la cappella di santa Monica, ove è conservata una lapide sepolcrale, scoperta nei pressi della chiesa nel 1945, che ricorda il martirio della santa. Nella stessa cappella è conservata una Estasi di santa Monica di Pietro da Cortona.
L’abside è introdotta da un arco trionfale costituito da marmi di spoglio e decorato con affreschi del XVI secolo. L’altare moderno è impreziosito da due bassorilievi quattrocenteschi. Le tre pale d’altare sono del Seicento.
La basilica, parrocchia fin dall’epoca paleocristiana, è sede di un titolo cardinalizio assegnato dal XII secolo al decano del collegio cardinalizio.

venerdì 10 settembre 2010

La Crocifissione sulla porta lignea di Santa Sabina a Roma


Una delle più antiche e belle chiese di Roma è Santa Sabina. non solo per la sua collocazione sull’Aventino, ma anche e soprattutto per la storia e per l’arte.
La chiesa è di architettura paleocristiana e fu costruita dal prete Pietro di Illiria tra il 422 e il 432, sulla casa della matrona romana Sabina, poi divenuta santa e vicino al tempio di Giunone Regina.
Santa Sabina nel 1219  fu affidata da papa Onorio III a san Domenico e al suo ordine di frati predicatori, che da allora ne hanno fatto la loro casa generalizia,
Nell’attiguo chostro si trova in particolare una pianta di arancio dolce, secondo la tradizione domenicana piantata nel 1220 da San Domenico, che in questa chiesa visse ed operò.
L’impianto architettonico è davvero singolare perché la chiesa non ha facciata e l'accesso avviene da un'arcata laterale.
Ricorda quello delle originarie basiliche romane, con pianta rettangolare e navate divise da colonne antiche provenienti da un monumento tardoimperiale probabilmente mai messo in opera, che sostengono arcate ad arco attico.La navata centrale è relativamente alta e le sue proporzioni slanciate conferiscono all'interno leggerezza ed eleganza.
L'abside è coronata da un arco trionfale, cioè una grande struttura ad arco che la inquadra dalla navata. . Nell'abside oggi si trova un affresco novecentesco.
Non si può dire tuttavia di conoscere questa mirabile chiesa se si omette di porre in evidenza pone in evidenza che l'ingresso principale è chiuso da una porta lignea risalente al V secolo, coeva anch'essa alla costruzione della chiesa, che costituisce il più antico esempio di scultura lignea paleocristiana.
In origine era costituita da 28 riquadri ma ne sono rimasti 18, tra i quali vi è quello raffigurante la crocefissione, che è la più antica raffigurazione conosciuta di questo evento. È di legno di cipresso e. vi sono rappresentate scene dall'Antico e dal Nuovo Testamento, fra cui le storie di Mosè, di Elia, dell'Epifania, dei miracoli di Cristo, della Crocifissione e dell'Ascensione. Nella disposizione attuale le storie sono commiste, senza separazione tra la parte relativa all'Antico Testamento ed quella dedicata al Nuovo.
Nella porta lignea operano due artisti assai diversi fra di loro: uno di ispirazione classico-ellenistica, l'altro di ispirazione popolare tardo-antica. A questo secondo artista appartiene il riquadro della Crocifissione (che è la prima rappresentazione di Cristo fra i due ladroni). Cristo è rappresentato con dimensioni maggiori rispetto ai due ladroni, a significare la sua superiorità morale. Non vi è alcuna prospettiva e figure poggiano su una parete che simula dei mattoni, e le croci si intuiscono solo dietro la testa e le mani dei ladroni:
E’ il primo esempio di iconografia cristiana molto semplice e ben comprensibile dalla plebe che riflette il fatto che nei primi tempi del Cristianesimo c'era il divieto di rappresentare Cristo nel suo supplizio, fra l'altro essendo ancora vivo il ricordo della morte in croce quale pena riservata agli schiavi.
In seguito la rappresentazione della Crocifissione nel corso dei secoli assunse tipologie e configurazioni diverse che culminarono prima nel Christus patiens e dopo nel Christus triunphans della controriforma.
Santa Sabina, nella cui zona al margine nord fu ritrovato un tratto delle mure serviane è la prima stazione quaresimale. Qui i pontefici pronunciano la loro omelia il mercoledì delle Ceneri. Non si conoscono con precisione i motivi per cui sia stata scelta Santa Sabina: alcuni pensano che il papa, in vista delle fatiche quaresimali, si ritirasse lassù per alcuni giorni di riposo.

martedì 7 settembre 2010

Saint Sulpice a Parigi e le opere di Delacroix

Parigi non è solo nota per Notre Dame, i campi Elisi, Les Invalides, il trocadero, la bastiglia e così via di seguito.
Sono meritevoli di attenzione anche altri luoghi come il quartiere di Marais di cui abbiamo già parlato e come ad esempio la La Chiesa di Saint Sulpice.
La Chiesa,situata nell'omonima piazza nel quartiere Luxemburg nei pressi del Palazzo di Lussembrugo - sede del Senato Francese - e difronte alla “Fontana dei Quattro Vescovi” costruita nel 1844 da Joachim Visconti ha una facciata in stile classico.
Al suo interno sono conservate opere d'arte uniche al mondo.
All'interno della chiesa la cui costruzione iniziò nel 1646 e si concluse nel 1778 sono conservate alcune opere d'arte di artisti francesi famosi in tutto il mondo:
le acquasantiere di Jean Baptiste Pigalle, ma sopratutto
due affreschi raffiguranti “Giacobbe che lotta con l'angelo” e “Eliodoro scacciato dal tempio” nella Chapelle des Anges
Entrambi furono realizzati da Eugène Delacroix (Saint-Maurice, 26 aprile 1798 – Parigi, 13 agosto 1863) che fu un artista e pittore francese, considerato fin dall'inizio della sua carriera il principale esponente del movimento romantico del suo paese.

Contrariamente al suo principale rivale Ingres, che ricercava nelle proprie opere il perfezionismo tipico dello stile neoclassico, Delacroix prese spunto dall'arte di Rubens e dei pittori del Rinascimento veneziano, ponendo maggiore enfasi sul colore e sul movimento piuttosto che sulla nitidezza dei profili e sulla perfezione delle forme. Altrettanto maestoso all'interno della chiesa èl'organo settecentesco costruito da François Henri Clicquot ed ingrandito nel XIX secolo con 6.700 canne
Una curiosità è la presenza di una meridiana collocata sulla parte nord del transetto e dalla quale parte un filo d'ottone che percorre tutta la navata centrale della chiesa, questa meridiana fu introdotto dagli studiosi dell'Osservatorio di Parigi su richiesta del parroco per stabilire con precisione la data di Pasqua coincidente con l'equinozio di marzo.

domenica 5 settembre 2010

La Madonna dell’Ufo a Palazzo Vecchio di Firenze


Non vi è visitatore al mondo che parta da Firenze, senza aver visto Il Palazzo della Signoria , più noto come Palazzo Vecchio da sette secoli ed oltre simbolo del potere civile della città di Firenze. Eretto tra la fine del XIII e l’inizio del XIV secolo per ospitare i Priori delle Arti e il Gonfaloniere di Giustizia, il supremo organo di governo della città, nel corso del tempo è stato oggetto di numerosi interventi di ampliamento e trasformazione. Il suo aspetto attuale si deve in massima parte alle grandiose opere di ristrutturazione e decorazione degli interni che vi furono eseguite nei decenni centrali del XVI secolo, per adeguarlo alla nuova funzione di reggia ducale alla quale Cosimo I de’ Medici lo aveva destinato.
Ma non vogliamo dilungarci più di tanto sull’architettura superba di questo palazzo che giustamente è oggetto di attenzione ed ammirazione in tutti i libri di storia dell’arte pubblicati nel mondo.
Desideriamo piuttosto concentrare l’attenzione su una delle tante opere esposta nel museo del palazzo della Signoria: la Madonna con Bambino e San Giovannino, esposta per l’appunto nella Sala di Ercole a Palazzo Vecchio a Firenze, ed attribuita spesso a Filippino Lippi.
Secondo gli storici dell'arte l'attribuzione è invece incerta, alcuni propendono per il cosiddetto "Maestro del Tondo Miller", altri invece, seguendo la descrizione della scheda del Museo, indicano Sebastiano Mainardi o Jacopo del Sellaio.
Da molti è definita comunque la "Madonndell'UFO" o "Madonna del disco volante.
Quale è la ragione di questo inusitato accostamento?
Il motivo è che nella scena in alto a destra compare ,dietro le spalle della Madonna, la testimonianza di un "incontro ravvicinato" con un oggetto volante non identificato. Nella scena in questione vediamo un personaggio che, con una mano sulla fronte, guarda verso una apparizione nel cielo. Con lui è un cane e anche l'animale guarda verso lo strano oggetto
Gli ufologi trovano in questo celebre dipinto la conferma dell’esistenza sin dal passato di oggetti non identificati cioe gli UFO.
Secondo gli storici dell'arte invece quell'oggetto non sarebbe altro che la "nube luminosa" descritta nell'apocrifo Protovangelo di Giacomo, che avrebbe illuminato la scena della Natività.
Il dibattito è aperto e certamente non si giungerà ad alcuna conclusione certa,
Di certo vi è soltanto che ci troviamo di fronte ad una mirabile opera pittorica che si fa ammirare anche per il curioso oggetto che libra in cielo.

venerdì 3 settembre 2010

Bertinoro: il balcone della Romagna


Bertinoro è un ameno borgo medievale a 300 metri circa d’altitudine, ricco di storia situato sulle dolci colline romagnole, a pochi chilometri dalla Via Emilia, fra Forlì e Cesena, a sud della città di Forlimpopoli.
Bertinoro è giustamente denominato “il b.alcone della Romagna” perché il visitatore una volta giunto lì può ammirare lo stpendo panorama della vallata che si estende verso il mare adriatico con Cervia e Cesenatico.
Curiosa è la storia del suo toponimo.
Secondo una nota leggenda, il nome di Bertinoro deriva da Galla Placidia, figlia dell’Imperatore Teodosio: la principessa romana, dopo aver assaporato un vino bianco chiamato “Albana”, offertole dagli abitanti del luogo, avrebbe esclamato entusiasta: “Non di così rozzo calice sei degno, ma di BERTI-IN-ORO!”…
Un’ipotesi più plausibile riconduce l’origine del nome al pellegrinaggio dei cristiani diretti in Bretagna dopo il viaggio a Roma: i pellegrini, che portavano le reliquie dei Santi Vescovi francesi Maglorio, Pascasio e Sansone, si sarebbero insediati sul colle che si innalza sulla via Emilia, fondando un monastero nel nuovo “Castrum Brittinorum”.
Bertinoro è uno borghi migliori dell'epoca medievale nel forlivese rimasto così nel corso dei secoli.
Il paese infatti ha mantenuto le sue connotazioni medievali e nel centro storico non è inusuale vedere le strade ciottolate che si arrampicano verso la Rocca e attiguamente alle mura.
Vi sono tracce di un insediamento molto antico probabilmente dell'età del ferro, posto a pochi chilometri dal centro abitato
Un primo sviluppo della futura Bertinoro avvenne con la costruzione di importanti arterie di comunicazione che collegavano questa parte di Romagna con le grandi città romane di Forlì e Rimini.
Con l'avvento del Medioevo, Castrum Cesubeum si dotò di una imponente rocca a merlatura ghibellina che nel 1177 ospitò persino Federico Barbarossa e la sua corte, e di una cinta muraria in grado di ripararla anche dagli attacchi più cruenti.
Bertinoro ,immortalata da Dante nel XIX canto del Purgatorio ed in seguito decantatoa da Giosue Carducci ha molti monumenti significativi e tra questi:
La Rocca , attualmente sede del palazzo vescovile, costruita probabilmente intorno all'anno mille. Fu eretta in modo tale da fonderla perfettamente con gli speroni di roccia sui quali poggia e questa la dota di un ulteriore strumento di difesa naturale.Fu per molto tempo il cuore pulsante del paese ed oltre che residenza signorile, fu anche importante come deposito di provviste ed acqua, e centro della vita militare (all'interno di essa infatti vivevano e si addestravano i soldati). Dopo aver ospitato Federico Barbarossa nel 1177, le sua mura ospitarono personaggi legati alle famiglie Sforza e Borgia, fino a divenire sede vescovile.
Il Palazzo Comunale, edificato nel 1306 da Pino I Ordelaffi, signore di Bertinoro è forse il più bel palazzo di Bertinoro e si affaccia direttamente sulla Piazza della Libertà detta anche il Balcone di Romagna dato il panorama che si gode dalle sue balaustre
Simbolo e monumento principale è laColonna degli Anelli (o "delle Anella")È una colonna di sasso bianco e testimonia l'indole ospitale dei cittadini bertinoresi. S. La colonna fu dotata di 12 anelli che servivano per legare le briglie dei cavalli. Ad ogni anello corrispondeva il nome di una famiglia. A seconda di quella che veniva scelta per legare il cavallo dall'ignaro viandante, la famiglia corrispondente aveva l'onore di ospitare il forestiero.
Ed ancora: la Concattedrale costruita nel 1500 sui resti del piccolo oratorio di Santa Caterina. In stile bramantesco conserva un notevole quadro di Santa Caterina d'Alessandria ed un crocifisso ligneo del 500 al quale si lega un racconto
La pieve di San Donato nella frazione di Polenta immortalata dal Carducci con il canto"La Chiesa di Polenta", l'umile chiesa romanica del villaggio di Polenta assurse a fama nazionale
Bertinoro è un paese vivo dal punto di vista culturale, noto soprattutto perchè ospita numerose scuole di specializzazione dell’Università di Bologna
Bertinoro che partecipa anche al progetto "Strade dei vini e dei sapori", che in un futuro dovrebbe avere come centro la città artusiana di Forlimpopoli. è famosa per la "Festa dell'Ospitalità" che si tiene fin dagli anni 50 ogni primo weekend di settembre.