sabato 24 aprile 2010

Sepino: archeologia, storia e tradizioni


Quando si parla dell’Italia archeologica, il pensiero va sovente a Paestum,Pompei, Ercolano in Campania, alle antichità romane, a Segesta,Selinunte ed Agrigento in Sicilia.
Ma questi sono soltanto degli eccellenti esempi perché non meno celebri sono altri luoghi e tra questi Sepino nel Molise e precisamente nella provincia di Campobasso.
Della Sepino sannitica , importante città fortificata che precedette quella romana, rimangono soltanto tratti della cinta muraria sul colle di Torrevecchia .
Il luogo di cui parla Tito Livio veniva usato già in epoca sannitica come punto d'incontro e di scambio dei prodotti agricoli con quelli pastorali in occasione delle migrazioni stagionali delle greggi, quindi scalo e porto di mercato.
Dopo la sconfitta subita dai Sanniti ad opera dei Romani, la popolazione abbandonò il sito di altura di Terravecchia per riversarsi nella pianura ed iniziò a costruire il nuovo nucleo urbano proprio nel punto d'incrocio delle due strade che divennero le arterie principali: il cardo e il decumano massimo.
Ma andiamo con ordine. Perché il nome Sepino? Fa da guida il latino con il verbo saepio ( recingo). La città, secondo recenti scavi, era destinata probabilmente ad accogliere gli ovini durante gli annuali spostamenti della transumanza.
Saepinum infatti è la città romana di pianura che sorge all'incrocio di due importanti strade: il Tratturo Pescasseroli-Candela attraversato dalle greggi transumanti nei loro spostamenti stagionali e l'altra, ad esso trasversale, che scende dal Matese e continua in direzione della fascia costiera
La città a pianta quadrangolare, voluta dallo stesso Augusto tra il 2 aC al 4 dC era già organizzata nel II sec. a.C., come attestano diverse strutture individuate attorno al foro e lungo il lato meridionale della cinta muraria. Alla prima età imperiale si può far risalire la costruzione o il rifacimento dei maggiori e più importanti edifici quali il foro, la basilica, le terme, forse il teatro e soprattutto la cinta muraria.
Lungo il circuito murario, realizzato in opera reticolata, si aprono le quattro porte monumentali in asse con le principali arterie viarie, mentre una serie di torri a pianta circolare sono dislocate lungo l'intero perimetro ad una distanza ci circa 100 piedi l'una d'altra.
Sarebbe limitativo fare menzione soltanto della città archeologica.
Il centro storico di Sepino, infatti racchiuso nell'area dell'antico borgo medievale, è un piccolo gioiello di architettura medioevale nel quale ad un'ampia piazza corrispondono un certo numero di tipici vicoletti, in cui si inseriscono qua e là sobri ed eleganti palazzi, monumenti e non meno pregevoli chiese come quella di Santa Cristina del XIII secolo.
E’ un paese, come del resto tutto il Molise, ricco di tradizioni e feste
Nella notte di San Silvestro ad esempio si svolge "la notte dei bufù", durante la quale si eseguono le "maitunate", i canti augurali e di questua intonati per il Capodanno. nell'attesa del mattino, del nuovo giorno e del nuovo anno. Con l’ausilio del Bufù un tamburo a frizione monopelle.
Sepino, che nell’epoca imperiale,divenne meta di villeggiatura per i nobili romani, è ben conservata ed ospita giustamente un numero di turisti sempre crescente ed è inserita nel calendario estivo di manifestazioni culturali itineranti.