sabato 31 luglio 2010

La casina vanvitelliana del Lago Fusaro


Il Settecento è un’epoca d’oro per Napoli e l’intero Regno delle du Sicilie.
Non privo di visioni illuministiche in cui rifulsero personalità come Bernardo Tanucci e Gaetano Filangieri, il Settecento vide il fiorire di ville, monumenti e palazzi di eccelso livello artistico.
I Borbone del Settecento acquistavano tutto ciò che potesse diventare luogo di caccia e di pesca. Portici, meta indiscussa per i viaggiatori ed intellettuali di tutta Europa come Venafro, la Reggia di Caserta, la vicina San Leucio e Persano.
Tra i siti borbonici un edificio di ineguagliabile bellezza è rappresentato dalla Casina Vanvitelliana:un suggestivo casino di caccia ubicato su un'isoletta del Lago Fusaro, nel comune di Bacoli.
La zona del Fusaro a partire dal 1752,all'epoca scarsamente abitata, divenne la riserva di caccia e pesca dei Borbone, che affidarono a Luigi Vanvitelli le prime opere per la trasformazione del luogo. Salito al trono Ferdinando IV gli interventi furono completati da Carlo Vanvitelli, figlio di Luigi, che nel 1782 realizzò il Casino Reale di Caccia sul lago, a breve distanza dalla riva. L'edificio, di gusto neoclassico, è a pianta centrale, collocato su di una piattaforma che si sviluppa circolarmente. Si struttura su due livelli mediante corpi di fabbrica sporgenti e terrazzati: il primo livello, a forma di dodecagono, è più ampio perchè dotato di due ambulacri a nord e a sud, ai lati delle arcate frontali.
le. Le decorazioni in stucco sulle facciate appaiono eleganti, con pochi risalti e prive di forme particolarmente ridondanti

Questo edificio, noto come Casina Vanvitelliana, fu adibito alla residenza degli ospiti illustri,
Vi furono ospitati personaggi come Francesco II del Sacro Romano Impero, Wolfgang Amadeus Mozart, Gioachino Rossini.
L’interno,ricco di raffinate produzioni settecentesche ed ampie vetrate,ricorda per alcuni aspetti la Palazzina di caccia di Stupinigi, progettata alcuni anni prima da Filippo Juvarra .
Il Real Sito del Fusaro ebbe estimatori da ogni parte e appassionò i pittori di tutte le provenienze: lo si ritrova nei disegni e acquerelli di Vervloet, Vianelli, Giacinto e Achille Gigante, Fergola e in altri, innumerevoli opere grafiche. e nella celebre della "caccua alle folaghe sul lago Fusaro di Hackert".
Lo si ritrova anche in quel singolare e unico supporto di vedutismo che è il "Servizio dell' Oca" della Real Fabbrica della Porcellana, che mostra sulle facce concave di quei primi oggetti di design molto alla moda, il Lago d' Averno, l' Anfiteatro di Pozzuoli, il Tempio di Diana a Baia, il Ponte di Caligola e il Fusaro stesso.

giovedì 29 luglio 2010

Il guerriero di Capestrano:capolavoro della scultura arcaica


Chieti è una vivace città dell’Abruzzo situata su un bel colle alla destra del fiume Pescara in magnifico panorama
Questa città è sede di un museo nazionale di antichità dove è esposto il “guerriero di Capestrano” massimo esempio della scultura arcaica italica(seconda metà del VI secolo A:C)
La statua fu rivenuta nel 1934 , in una località situata nei pressi di Capestrano(da qui ha tratto il nome il reperto),e mai avrebbe immaginato che il suo nome sarebbe rimasto per sempre legato a questo casuale ritrovamento, che rappresenta uno dei più importanti per la storia dell'archeologia italica
Vennero ritrovata anche una statua di figura femminile e altri reperti nella stessa zona. Ma ovviamente la più importante resta quella del guerriero,un vero capolavoro che si distingue nettamente dalla produzione italica dell’epoca che si rivolge essenzialmente a scopi utilitaristici.
Il guerriero di Capestrano infatti appartiene all’arte monumentale ed in particolare è una espressione commemorativa di personalità appartenenti ad un rango elevato.
Cià è reso evidente da uno dei pilastrini in cui vi è un’iscrizione in lingua paleosabellica perr il re dei vestini Nevio Pompulledio.
La statua di dimensioni monumentali è scolpita in pietra locale ed è arricchita da superfici campite in colore rosso.
E’ raffigurato un guerriero in posizione rigidamente frontale con entrambe le mani portate all’addome secondo l’iconografia funeraria dell’epoca. Il copricapo, caratteristico per le sue larghe tese che lo fanno assomigliare ad un sombrero, è stato interpretato come un elmo da parata, dotato di cimiero (sulla parte superiore si notano le tracce di una cresta sporgente, oggi perduta), oppure come lo scudo, che veniva portato sulla testa quando non era in uso in battaglia.
E’ un’opera di eccezionale rilevanza artistica che giustamente richiama moltissimi visitatori nella città teatina.

martedì 27 luglio 2010

Palmanova: un raro esempio di architettura militare


In una posizione centrale nella regione Friuli-Venezia Giulia, si trova Palmanova la città stellata per antonomasia.
Palmanova che rimane ancor oggi per la conservazione del suo sistema fortificato ed urbanistico, un "unicum" in ambito europeo,fu costruita, per volontà della Serenissima Repubblica di Venezia nel 1593 a difesa dei suoi confini orientali in Friuli, contro le incursioni dei Turchi.
Alla realizzazione del progetto della città fortificata contribuirono ingegneri,ed esperti architetti militari dell'Ufficio di Fortificazioni di Venezia tra cui primeggiava il Soprintendente Generale Giulio Savorgnan.
A differenza della stragrande maggioranza delle altre città murate, che nascono dapprima come nuclei abitativi che vengono fortificati in un secondo momento, Palmanova, la stella a nove punte, viene progettata come una perfetta macchina da guerra circondata da tre cerchie di fortificazioni e presenta un numero di bastioni e lunghezza dei lati stabiliti in base alla gittata dei cannoni.Tre sono le cinte di fortificazioni:due realizzate durante il dominio veneto, la terza per opera dei Francesi.
In seguito alla caduta di Venezia (1797), la piazzaforte passò sotto il dominio napoleonico, quindi all'Austria, e con il plebiscito del 1866 si decise la sua annessione al Regno d'Italia.
Palmanova proclamata nel 1960 dal Presidente della repubblica monumento nazionale a guardarla dall’alto appare, nella vasta pianura del Friuli, come una stella delineata da alte mura.
E’ una fortezza rimasta intatta nei secoli ed è citata nei trattati di storia dell’arte come una delle prime strutture, la più antica rimasta intatta, a mettere in pratica la teoria rinascimentale della “fortezza poligonale” copiata poi in quasi tutta Europa.
L'accesso alla città è consentito da tre porte monumentali (Porta Udine, Porta Cividale, Porta Aquileia) mediante le quali si arriva alla Piazza Grande, spazio perfettamente esagonale nel centro del quale si erge un basamento in pietra d'Istria, dal quale s'innalza l'alto stendardo, da tempo immemorabile simbolo della fortezza stessa. Su di essa si affacciano tutti i principali edifici.
E' di rilevante interesse Il Duomo di Palmanova (1615-1636), che si affaccia sulla Piazza Grande e rappresenta il miglior esempio di architettura veneziana in Friuli. All'interno, si può notare la pala dell'Annunciazione, opera di Pompeo Randi.

lunedì 26 luglio 2010

Un matrimonio moscovita


Mosca, di cui abbiamo già parlato in un precedente articolo dei suoi molteplici stili architettonici è tutta da scoprire: strade con ampie carreggiate, immensi giardini molto ben curati da cui si può evincere un elevato senso civico dei cittadini ne sono le caratteristiche peculiari.
Un discorso a sé merita la metropolitana dove ogni giorno si accalca un’immensa quantità di persone.
Le stazioni sono particolarmente lussuose, ricolme di marmi pregiati, di statue e sontuosissimi lampadari. Un ambiente che indubbiamente è in contrasto con zone della citti in cui campeggiano grandi casermoni abitativi ed in alcuni casi anche abitazioni collettive.
Qui ci soffermiano sia pure sommariamente sugli usi e costumi. Moltissimi sono i cittadini dimessi.Di contro vi è una privilegiata èlite,vestita di prestigiosi abiti griffati, che frequenta lussuosi negozi e locali, raggiunti a bordo di scintillanti auto di grossissima cilindrata, se non, addirittura, smisurate limousine.
Molto particolari sono i matrimoni.Soprattutto di sabato e domenica si incontrano per la città nei pressi della Piazza Rossa, dei magazzini Gum e comunque dei vari luoghi ameni della città coppie di sposi prevalentemente di giovanissima età.
La sposa è al centro dell'attenzione: ella incede ornata di un bellissimo abito bianco, accompagnata dallo sposo e seguìta da uno stuolo di invitati con cui dalla mattina alla sera si reca nei posti più panoramici rd importanti della capitale moscovita.
Quasi sempre viene noleggiata una limousine di grandezza incredibile addirittura smisurata che sembra un autobus ,tanto è lunga, e sopra il tetto sono applicati due uccellini e due fedi giganti in mezzo ai fiori.
Sovente la limousine è corredata di cibarie di ogni genere e svariate bevande che vengono offerte ai vari invitati lungo il percorso a piedi degli sposi.
Tutto ciò è in contrasto con quanto avviene nei nostri Paesi e nelle nostre città dell’Europa occidentale ove avremmo banchetti abbondanti e lussuosi ricchi di vivande e bevande di ogni genere.
Nel matrimonio moscovita ciò non accade anche perché probabilmente il tenore di vita non lo consente.
Il turista dunque resta attratto da questo peregrinare di persone con in prima fila gli sposi e la limousine di scorta e non pochi sono gli scatti fotografici che immortalano un tale gioioso evento.

giovedì 22 luglio 2010

San Piero a Grado a marina di Pisa


Quando si parla di Pisa, si pensa anzitutto al meraviglioso impianto scenografico della piazza dei miracoli, al Duomo, al Battistero ed alla torre pendente,tutte gemme artistiche decantate nel mondo intero e riportate dai libri di storia dell’arte che rispettino.
Non vanno ignorate tuttavia sia la grande storia di Pisa che fu una potentissima repubblica marinara, sia le stupende rive dei lungo Arno ove rifulgono gioielli della storia dell’arte come la piccola chiesa gotica di S. Maria della Spina.
Ma Pisa non si esaurisce nella città e nel centro storico, ma presenta anche ameni dintorni dal punto di vista paesaggistico ed artistico.
Tra questi non si può omettere di citare San Piero a Grado,una delle frazioni litoranee del comune di Pisa, situata nei pressi di Marina di Pisa e a circa sette chilometri dalla città. Secondo la tradizione qui approdò san Pietro nell'anno 44 d.C., proprio nel luogo in cui oggi si erge una grande basilica.
L’edificio della basilica è in stile romanico pisano e presenta la singolarità di quattro absidi ed ha i muri esterni ritmati da lesene ornati da architetti pisani con scodelle maiolicate.
Il campanile della chiesa è soltanto dell'ultimo dopoguerra, in quanto fu demolito purtroppo dalle truppe tedesche in ritirata durante la seconda guerra mondiale.
La basilica, oggi riconosciuta "Monumento messaggero di Pace" dai Club UNESCO,è un mirabile esempio di architettura ecclesiastica precedente alla Cattedrale pisana e ripetuti scavi archeologici hanno fine dell'XI e gli inizi del XII secolo, presenta una struttura basilicale a tre navate criportato alla luce le fondazioni di un edificio paleocristiano costruito su resti civili romani, poi sostituito da una chiesa più ampia durante l'alto Medioevo (VIII-IX secolo). La costruzione attuale, iniziata nel X secolo e modificata tra la on l'insolita presenza di due corpi absidati, di cui quello occidentale costruito forse in seguito al crollo della facciata durante una piena dell'Arno, e la porta d'ingresso nel fianco nord.
L'interno vasto e solenne, con copertura a capriate, è diviso in tre navate da colonne di spoglio con capitelli classici, confermando l'uso diffuso durante tutto il Medioevo di reimpiegare elementi classici di diversa provenienza nelle nuove costruzioni.
Nella parte occidentale un ciborio gotico, degli inizi del XIV secolo, segna il luogo in cui San Pietro avrebbe predicato per la prima volta.
Sono stati completamente distrutti i numerosi altari laterali seicenteschi, epoca cui risale il Crocifisso ligneo in origine disposto sull'altare maggiore.
Sulle pareti della navata centrale si svolge un vasto ciclo di affreschi, recentemente restaurato, eseguito dal lucchese Deodato Orlandi (attivo agli inizi del XIV secolo), su commissione dell'importante famiglia longobarda pisana dei Gaetani in occasione del Giubileo indetto nel 1300 dal papa Bonifacio VIII (Benedetto Gaetani.
Nella parte inferiore campeggiano i rei Pontefici, da san Pietro apostolo a Giovanni XVII (1003).
Nella zona intermedia, in trenta riquadri, si sviluppano le Storie della vita di san Pietro, comprendenti anche alcuni episodi della vita di san Paolo, Costantino e san Silvestro, esemplati su quelli dell'antica basilica vaticana e sugli affreschi di Cimabue ad Assisi.
Nella zona superiore sono raffigurate le Mura della città celeste, in alcuni tratti completamente rifatte in epoche successive: si tratta di una serie di finestre ad arco dipinte con attenzione a particolari architettonici tridimensionali dove si affacciano ritmicamente angeli e santi.

martedì 20 luglio 2010

Ariccia:gemma architettonica del Bernini


Il 28 agosto 1827 Stendhal  nel suo celebre libro "Le passeggiate romane" riporta che "il più bel bosco del mondo è quello dell’Ariccia"
Ariccia ifatti è stata e rimane un bellissimo luogo a alle porte di Roma immerso nello stupendo parco dei castelli romani. Si raggiunge da Roma in breve tempo ed appena superato Albano attraverso un ardito ponte a tre ordini di arcate,costruito nel 1854 per volontà del pontefice Pio IX,si incontra Ariccia,una città romana antichissima riportata nella letteratura latina. Nel Medioevo fu soggetta ai Tuscolani ed a altri feudatari per passare poi ai alla Chiesa, ai Savelli e nel 1661 ai Chigi,la casata di Alessandro VI.
In questo splendente periodo artistico del Barocco romano il Papa , grande estimatore del Bernini, affidò al grande architetto e scultore la sistemazione architettonica della piazza.
Portata a termine nel 1665, è ornata di due fontane e delimitata dal maestoso palazzo Chigi,che ha l’aspetto di un castello fortificato da quattro torri, e dalla chiesa di S. Maria dell’Assunzione, ispirata alle forme del Pantheon con il presbiterio affrescato dal Borgognone e due piccoli campanili posteriori simmetrici ed a bulbo,secondo il gusto barocco dell’epoca.
Non meno pregevole iè il vicino santuario di S. Maria di Galloro di cui sono attribuibili al Bernini la facciata e il fastoso altare maggiore dell’altare sul quale è esposta una venerata Madonna col Bambino dipinta su un masso e rinvenuta nel 1621.
Insomma Ariccia, peraltro ben nota per le gite fuori porta e per le rinomate fraschette,si può definire una delle migliori espressioni architettoniche del Bernini.

domenica 18 luglio 2010

Mosca:un insieme di stili architettonici diversi



Per coloro che, come me sono stati a Mosca più volte nelle diverse epoche politiche prima e dopo l'era bolscevica,appaiono evidenti i contrasti e le contraddizioni della città.Il Cremlino è il centro del potere e già nel suo ambito si delineano in contrasto con la policromia delle chiese ortodosse edifici rappresentativi del regime comunista
Di fronte al Cremlino ed all'imponente piazza Rossa ove è in risalto il mausoleo di Lenin,vi sono i magazzini Gum, una vota scialbi nel periodo bolscevico, oggi luccicanti nelle fantasmagoriche vetrine,e per nulla secondi per lusso ed imponenza ai centri commerciali dell'Europa occidentale.
Eppure a Mosca il visitatore accorto avverte ancora l'impronta staliniana che si manifesta nel vasto tessuto urbano della città ,ove accanto a monumenti e palazzi prerivoluzionari compaiono edifici di stile costruttivista, ciè ascrivibili a quel movimento filosofico culturale che rompe con il passato e rialacciandosi al futurismo, suprematismo e raggismo apre le porte ad un'arte proletaria.
Gli stili architettonici sono diversi e tra questi si distinguono: gli edifici pre rivoluzionari costruiti nel tardo XIX-inizio XX secolo, prima della Rivoluzione d’Ottobre del 1917, situati nel centro storico della città.
le ville moscovite,che una volta erano residenze private dei ricchi moscoviti situate in vie tranquille e residenziali.
Gli edifici staliniani costruiti dagli anni '30 agli anni'70 principalmente concentrati sulle principali arterie moscovite, veri e propri enormi edifici in mattoni. Tra questi assumono rilievo i grattacieli di Stalin che sono certamente gli esempi più notevoli dell’architettura staliniana. di cui alcuni sono destinati ad alberghi, all'Unoversità statale di Mosca ed al Ministero degli Esteri.
Gli edifici dell’epoca post staliniana. Costruiti negli anni ‘60-’70, questi edifici sono copie in scala ridotta di quelli staliniani, con soffitti un po’ più bassi e appartamenti più piccoli.
Gli edifici prefabbricati. di solito di 20-30 piani, sono il simbolo delle costruzioni di massa degli anni ’70 e ’80, quando semplicità e bassi costi erano la priorità.
Gli edifici ministeriali sono strutture alte, in mattoni gialli, costruiti per i dipendenti dei vari ministeri e delle organizzazioni statali nei tardi anni ’70-’80. Queste case offrivano appartamenti d’elite per gli alti livelli del Partito comunista
Nell’ultimo decennio Mosca ha sperimentato un notevole incremento delle costruzioni. e tra i nuovi sviluppi non sono assenti anche complessi residenziali d’elite.
Insomma ad un visitatore attento non può sfuggire il complesso di stili architettonici diversi della capitale moscovita.

sabato 17 luglio 2010

Le ville vesuviane del settecento



Il regno di Carlo di Borbone, cui si devono profonde ed illuminate innovazioni culturali e sociali, consentì che Napoli diventasse una capitale al livello delle altre capitali europee.
In tale cornice illuministica si inseriscono le splendenti ville vesuviane il cui primo niucleo fu realizzato nel ventennio che va dal 1745 al 1765.
Sono delle vere e proprie ville patrizie costruite nel territorio dal clima mite a ridosso del Vesuvio, per spirito di emulazione nei confronti del sovrano.
Le ville vesuviane che fiancheggiano il tratto di strada compreso tra S.Giovanni a Teduccio ed i confini tra Torre del Greco e Torre Annunziata conobbero, durante il XVIII secolo, un periodo di grande splendore. Era il 1738 quando la regina Maria Amalia di Sassonia sposò Carlo di Borbone, da quattro anni sul trono di Napoli, e indusse suo marito a scegliere Portici per la costruzione di una villa reale e per dare inizio agli scavi di Ercolano, ai quali seguirono, dieci anni più tardi, quelli di Pompei.
Da quel momento, tutti i nobili napoletani decisero di seguire l’esempio lanciato dalla corte dei Borbone facendo costruire lungo la zona costiera ai piedi del
Vesuvio le loro ville per il soggiorno.
Lungo quest’asse ideale che collega il vulcano al mare, ribattezzato “Miglio d’oro”, prese vita un patrimonio storico e architettonico senza precedenti, espressione di uno dei periodi più fiorenti vissuti dalla società napoletana.
Le ville vesuviane, edifici disegnati e realizzati da grandi architetti come
Vanvitelli, Sanfelice, Fuga e Vaccaro, presentano caratteristiche ricorrenti: gusto scenografico,uso sapiente di effetti ottici e mescolanza di ordini architettonici. All’interno dei palazzi prevalgono le fughe prospettiche dei colonnati
All’esterno, sono ricorrenti viali, in asse con le ville.
Sono complessivamente 122 gli immobili monumentali, territorio dei Comuni di Napoli, San Giorgio a Cremano, Portici, Ercolano, Torre del Greco, tutti splendidi dal punto di vista architettonico e tra questi assumono particolare rilievo ville come ad esempio la villa Prota di Torre del Greco che riassume nel suo insieme il più vivace barocco napoletano;la villa Meola di Portici attribuita a Domenico Antonio Vaccaro ,mirabile esempio di rococò napoletano;la villa Campolieto di Ercolano a pianta a croce greca; la villa Favorita a Portici, opera imponente realizzata da Ferdinando Fuga che presenta un impianto planimetrico che si discosta dagli schemi ricorrenti delle ville settecentesche; la Villa Solimena sempre di Torre del Greco con una suggestiva prospettiva ingresso giardino di impronta vanvitelliana

giovedì 15 luglio 2010

San Pietroburgo: un gioco magico di ponti e corsi d'acqua



Sono reduce da un viaggio nella federazione russa ed ho avuto la felice opportunità di soggiornare per alcuni giorni a San Pietroburo (la Leningrado del periodo bolscevico)
La città ha una storia relativamente giovane perchè fu voluta nel settecento da Pietro il Grande che ricorse e non solo lui , ma anche Caterina, alla magistrale esperienza di architetti italiani tra cui il Rastrelli per la costruzione di sontuosi palazzi e monumenti.
Oggi San Pietroburgo in cui è grande l’influsso letterario e culturale da parte di famosissimi scrittori tra cui Tolstoj e Puskin,rimane permeata da questo fascino del settecento che si ricollega all’Italia ed alla Francia dell’epoca. Le strade della città sono animate ed è altrettanto grande il fascino della famosa Prospettiva Nevsky descritta in modo eccelso da Gogol
la strada con i suoi 4 chilometri e mezzo di lunghezza, taglia la penisola delimitata dalla riva sinistra della Neva che descrive una grande ansa. E'intitolata al Santo principe Aleksandr Nevskij di Novgorod e Vladimir (1220-1263) che vinse gli Svedesi sulla Neva,
E’è la via più importante di San Pietroburgo per le chiese e i palazzi che sono via via venuti ad abbellirla nel corso dei secoli, e anche per i negozi, i cinema, i ristoranti, i caffè e gli uffici che la rendono il centro vitale della città. Vicini sono anche numerosi musei, teatri e sale da concerto. Il nucleo storico ospita i palazzi monumentali, le vie principali, la Cattedrale di Kazan e la Chiesa sul Sangue versato, ma anche la Piazza del Teatro e il vecchio quartiere marittimo. La zona nord orientale è impreziosita dal Palazzo di Tauride, che divenne sede della Duma di Stato, e dal Complesso di Smolnyj, entrambi tra i monumenti più notevoli del barocco russo.

Ma qui voglio parlarvi anche e soprattutto di San Pietroburgo magica sull’acqua. Durante la costruzione originale della città, la foce della Neva venne instradata in una serie di canali, che ancora si intrecciano nella parte centrale della città, facendole meritare il nome di Venezia del Nord. La città sorge infatti alla foce del fiume Neva, sul Mar Baltico e include nella sua ampia area urbana anche alcune isole. La struttura urbana della città si distende simile ad un tridente sul delta della Neva, che sbocca nel Golfo della Finlandia e nel Mar Baltico. Ispirata e progettata come Amsterdam, San Pietroburgo è attraversata da 86 fiumi e canali che formano 40 isole collegate tra loro da centinaia di ponti, di cui 21 levatoi. Si articola in più parti e quartieri, disposti sulla terra ferma e sull’acqua.e ben 621 sono i ponti restaurati o ricostruiti nello stile originario del(XVIII secolo).
La città,dunque al pari di Venezia è unica al mondo, incanta e affascina, seduce e sprigiona mistero. E’ come se a San Pietroburgo il tempo si dilati in maniera quasi irreale: d’inverno, quando i giorni sono brevi ed effimeri, è completamete ricoperta da una coltre di ghiaccio, in estate la luce domina sovrana facendo largo alle notti bianche.
Le meraviglie pietroburghesi non si esauriscono solo all’interno della città, ma anche nei dintorni: tra i boschi, sulle rive dei laghi e degli stagni e lungo il golfo sorgono incantevoli complessi architettonici e palazzi con parchi, monumenti storici e luoghi pittoreschi dove zar e membri delle famiglie nobili edificarono vere e proprie regge, di grande sontuosità e splendore agli occhi del visitatore che ne resta ammirato.


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mercoledì 14 luglio 2010

Il borgo fortificato di Glorenza in Val Venosta


Nell’alta valle Venosta in Alto Adige, procedendo da Merano verso il Passo Resia, si incontra il borgo di Glorenza il cui nome si trova per la prima volta. in documenti del 1294.
E’ un borgo veramente unico in Alto Adige ,un autentico gioiello architettonico di grande suggestione. Le mura di cinta completamente conservate, con le tre imponenti torri e tutta una serie di torrette di guardia, racchiudono pittoreschi vicoli ed angoli, case padronali del XVI secolo e porticati dal fascino particolare.
Il sapiente risanamento ha dato alla cittadina nuova vita, salvaguardandone la sua peculiarità.
Suggestivi portici, luogo di sosta preferito dalle mucche, cortili interni, case con facciate del primo gotico ed infine la piazza del Mercato con la fontana invitano alla tranquillità ed alla serenità.
Molti sono i luoghi interessanti di Glorenza e tra questi le vestigia del XII secolo e i portici (XIII secolo), una serie di case patrizie del Cinquecento e soprattutto il muro di cinta rinascimentale perfettamente conservato con tre bastioni mediani e quattro bastioni angolari nonchè i suoi tre portoni (chiamati di Malles, di Sluderno e di Tubre o della chiesa).
La chiesa parrocchiale di S. Pancrazio è un edificio tardo gotico con campanile barocco a bulbo, un prezioso affresco in tre parti, risalente al XII secolo ed interessanti oggetti di arredamento, nonchè pietre sepolcrali.
Da visitare è anche la Chiesetta di San Giacomo (con affreschi romani) vicino a Söles a 1,5 km da Glorenza in direzione di Prato allo Stelvio. La chiesa risale al 1220 ed è la più antica chiesa di San Giacomo del Tirolo.
Non lontano è il Lago di Resia (in tedesco Reschensee),un lago alpino artificiale situato in val Venosta a 1.498 m nel comune di Curon Venosta (BZ), a nord del vicino lago di San Valentino alla Muta. Con la sua capacità di 120 milioni di metri cubi è il lago più grande dell'Alto Adige.

giovedì 1 luglio 2010

Honfleur: un vero incanto in Normandia


Visitare la Normandia equivale a fare un tuffo nella storia della Francia.
Significa andare indietro nel tempo alle vicende di Gugliemo il conquistatore nel XI secolo, ma anche rivolgere il pensiero alla cittadella di Mont Saint Michel che emerge come un incanto fra le acque della Manica.
E non ultimo, significa ricordare il grande sbarco delle forze alleate in Normandia che cambiò definitivamente le sorti della storia del XX secolo.
Ma visitare la Normandia significa anche girovagare in lungo ed in largo per i vari centri marini con spiagge di sassi ed alte falesie come quelle di Etretat

In Normandia che si trova nord ovest tanti centri grandi e piccoli da visitare,
vi è l'imbarazzo della scelta da Rouen a Caen e le Havre ed ancora Etretat, Fecamp, Granville, Deauville, Dieppe.
Il paese che più mi è rimasto impresso per la sua peculiarità è Honfleur
una pittoresca cittadina di mare che sorge sulla foce della Senna. A Honfleur non ci sono vere e proprie spiagge ma spostandovi di circa 15 km si possono godere le amene spiagge di Deauville e Trouville.
La storia di Honfleur del dipartimento di Calvados è profondamente legata al suo porto strategico punto di imbarco dei grandi navigatori che nel secolo XVI salpavano alla scoperta di nuovi mondi, ma anche a due illustri cittadini: il compositore Erik Satin ed il pittore Eugene Boudin che ritrasse le infinite variazioni di luce della sua terra.
Il centro di Hounfleur gravita attorno al Vieux Bassin, il vecchio porto ed a est si trova il cuore della città vecchia, chiamato Enclos per via delle fortificazioni che un tempo la racchiudevano
Da non perdere la visita alla chiesa di Sainte Catherine, una chiesa dalla struttura in legno costruita sul sito di una precedente chiesa in pietra distrutta durante la guerra dei Cent'Anni ed eretta grazie alle donazioni della popolazione di Honfleur.
La struttura fu creata dai carpentieri navali della città e presenta un soffitto a volta simile allo scafo di una nave e due belle navate gemelle.
Il campanile, Clocher Sainte Catherine, è separato dalla chiesa e risale alla seconda metà del XV secolo.