domenica 25 aprile 2010
Le terre artiche delle isole Svalbard
Fu grande l’emozione quando appresi che dovevo andare per un congresso per alcuni giorni nel luogo più a nord nell’oceano glaciale artico. Finalmente potevo visitare le isole Svalbard a me note soltanto dai libri di geografia.
Queste isole estreme, sono, come è noto,nella parte più settentrionale della Norvegia di cui fanno parte.
Sembra che queste isole scoperte dall'olandese Willem Barents nel 1596 sevivano da base internazionale per la caccia alle balene nel XVII e XVIII secolo e costituivano anche la base di partenza per molte esplorazioni artiche.
La sovranità norvegese venne riconosciuta nel 1920, anno nel quale l'area venne demilitarizzata da un trattato. La Norvegia prese in carico la loro amministrazione nel 1925.
Fu dalle Svalbard che il 23 maggio 1928 il dirigibile Italia, al comando di Umberto Nobile, partì per il Polo Nord, spedizione che come noto ebbe un tragico epilogo.
La gran parte delle Svalbard è coperta da ghiacci. Infatti il nome Svalbard significa "costa fredda". Comunque la Corrente nord-atlantica modera il clima artico, mantenendo le acque circostanti aperte e navigabili per gran parte dell'anno. La principale attività economica è l'estrazione del carbone, cui si aggiungono la pesca e la caccia. La Norvegia dichiara una zona di pesca esclusiva di 200 miglia nautiche, che non è riconosciuta dalla Russia.
Queste sono le sintetiche notazioni storico geografiche.
Interessantissima è la fauna in queste isole contraddistinte da un delicato equilibrio ecologico.
L'elemento più importante della fauna è l'orso bianco, che vive predando le foche, tra cui le più diffuse sono la foca degli anelli e la foca barbata. La renna è presente nella forma nana, mentre il bue muschiato è stato reintrodotto con successo e il tricheco, sterminato in passato, compare adesso sporadicamente. Vi sono anche la volpe artica e la lepre artica oltre ad abbondanti specie di uccelli , presenti a milioni lungo le coste tra cui i rari gabbiani di Sabine e d'avorio.
L’unica isola abitata è Spitsbergen, la piu’ grande, dove vi è la capitale Longyearbyen, sulla foce del fiordo principale dell’isola. Questa citta’ nacque come sede di miniere carbonifere e per questo era abitata fondamentalmente da minatori e pescatori.
Oggi invece le attivita’ principali sono molto piu’ redditizie e meno faticose, infatti il turismo, la ricerca scientifica e le attivita’ commerciali rappresentano le risorse piu’ sfruttate.
In effetti le Isole Svalbard non sono un luogo climaticamente gradevole, in quanto ci sono 4 mesi all’anno di buio completo e le notti raggiungono 40°C sottozero. Per questi motivi la popolazione è soprattutto giovanile perché gli anziani, a causa di strutture attrezzate preferiscono vivere in Norvegia.
I cittadini di Longyearbyen oggi sono soprattutto stranieri, e per la maggior parte studenti e scienziati dell’UNIS (University Centre in Svalbard).
A Longyearbyen vi è lo Spiitsbergen Airship Museum che ha l’obiettivo di di divulgare la conoscenza, la storia e il significato delle spedizioni intraprese con il dirigibile, in Artico.
Nella capitale che conta soltanto qualche migliaio di abitanti si può mangiare molto bene : vi sono infatti ristoranti con cucina internazionale, ma anche quelli a cucina locale in cui si può “gustare”la renna e varie tipi di uccelli ed in qualche caso anche foca e orso polare.
Si può concludere dicendo che un viaggio alle Svalbard è un’esperienza più unica che rara che comunque mi ha lasciato un bellissimo ricordo, legato soprattutto a paesaggi non riscontrabili alle nostre latitudini.
Immaginatevi che vi andai a Maggio quando non vi è il buio ed il tutto assume una dimensione non reale da noi percepita alle nostre latitudini quando vi è un'eclissi solare.Almeno queste sono state le mie sensazioni!
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