martedì 9 marzo 2010

Santa Crescenzia sulla strada per San Vito lo Capo



La Sicilia occidentale,come del resto tutta la Trinacria, è una terra meravigliosa dal punto di vista culturale, paesaggistico ed artistico.
Sono di preminente interesse Trapani, Erice, S Vito lo Capo, e la riserva naturale dello zingaro.
Sulla strada provinciale che conduce a S Vito lo Capo, nel trapanese, a tre chilometri dal mare,si incontra Custonaci, un luogo suggestivo in cui sorge la cappella di santa Crescenzia eretta nel XVI secolo o secondo alcuni anche precentemente
La tradizione vuole che lì trovassero scampo Vito, patrizio di Mazara del Vallo che in seguito fu assai venerato nel Medioevo, la nutrice Crescenzia e il precettore Modesto, costretti tutti a fuggire dalla città natale per sottrarsi alle persecuzioni ordinate da Diocleziano.
Qui essi cercarono di convertire gli abitanti del luogo che tuttavia li scacciarono A seguito di ciò il castigo di Dio fu grande ed un’enorme frana seppellì l’intero luogo, mentre Vito, Crescenzia e Modesto trovarono rifugio in un luogo ove fu in seguito per devozione costruita dagli Ericini la cappella votiva dedicata a S. Crescenza
La cappella è di semplice architettura con cupola rotonda ed archi a sesto acuto e fu costruita dagli Ericini nel punto in cui - secondo la leggenda - la Santa si girò per guardare la frana che stava seppellendo il paese infedele di Conturrana.
Procedendo per la provinciale si arriva a San Vito lo Capo, piccolo borgo marinaro situato sul litorale costiero che dal Monte Cofano va alla Riserva dello Zingaro. Ambìta meta per la sua spiaggia bianchissima lambita dal mare cristallino e per i paesaggi incontaminati circostanti, è un vero richiamo turistico. Il paese sorse intorno a una cappella dedicata a S. Vito, originariamente fortezza saracena a difesa dei fedeli che cercavano rifugio all’interno del santuario dalle scorrerie corsare. Questa diviene chiesa nel seicento conservando la primitiva struttura.
Sono da visitare oltre alla chiesa fortezza, la tonnara del Secco, e le numerose torri di avvistamento erette per segnalare la presenza di navi nemiche, come quella dell’Impiso, Torrazzo, Sceri, Roccazzo, Isolidda.
Nel labirinto di vicoli e stradine ogni anno a settembre viene riproposto il “Festival del couscus”, un capolavoro della più antica tradizione gastronomica che tiene impegnati numerosi cuochi di nazionalità diversa per la preparazione di questo particolarissimo piatto.
Che dire poi della riserva naturale dello zingaro?
E' famosa per il suo mare, le calette silenziose e protette da rocce a picco; è una vera e propria oasi per flora e fauna: basti pensare che nella zona nidificano moltissime specie diverse di uccelli e che inoltre vi sono carrubi, olivi, frassini per rendersi conto dell'incanto in cui ci si trovi.
L'itinerario è fortemente consigliato ed i mesi migliori sono giugno e settembre per non soffrire molto il caldo.

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