domenica 28 febbraio 2010

I castelli incantati di Ludwig









Monaco di Baviera è considerata da sempre la città dal volto umano della Germania ed è molto amata per le sue residenze reali, per gli immensi parchi, i musei, le chiese barocche, ed il folclore bavarese che raggiunge il suo apice nella famosa festa dell'Oktoberfest.
Se vi trovate a Monaco e vi avete già trascorso qualche giorno, potete immergervi, con qualche ora di viaggio nella quiete delle alpi bavaresi, passando dalla movimentata città alla tranquillità dei paesi circostanti e dei castelli della regione.
Tra questi lasciano un segno indimenticabile i castelli di Ludwig,il più famoso sovrano bavarese vissuto dal 1845 al 1866.
Ludwig è l’espressione del mito del decadentismo ed è senza dubbio il più conosciuto, amato e controverso figlio della Baviera.
Tormentato nella sua breve vita diceva di sè:
Voglio rimanere un eterno enigma,per me stesso e per gli altri
.
Ebbene i castelli di Neuschwanstein, Linderhof ed Herrenchiemsee sono proprio lo specchio della complessa ed introversa personalità di Ludwig II e delle sue passioni storiche, artistiche e musicali.Sono un autentico inno alle antiche leggende germaniche, magistralmente messe in musica da Wagner, e all'epoca d'oro dell'assolutismo e della Francia del "re sole" Luigi XIV, un vero e proprio mito per il sovrano bavarese.
Sono giustamente denominati i "castelli delle favole" e sono tutti caratterizzati da una lussureggiante pomposità: enormi specchi, oro ovunque, dipinti, velluto e seta, sfarzosi cristalli ed interni in porcellana.
Linderhof è un piccolo gioiello in stile rococò con un parco abbellito da fontane, padiglioni in stile orientale e una magica grotta dove Ludwig si faceva cullare dall'acqua all'interno di una barca a forma di conchiglia; Herrenchiemsee è la Versailles bavarese, dove emerge la sua passione e venerazione per il re Sole (Luigi XIV di Francia) e la vita alla corte francese nel '600 e nel '700.
Ma il castello simbolo della Baviera e della Germania nel mondo è Neuschwanstein . E' il "castello delle favole" per eccellenza, fatto costruire dal "re delle favole a partire dal 1869 sullo stile delle antiche residenze feudali tedesche.

Neuschwanstein, situato nella sud della Baviera quasi al confine con l'Austria, domina dall'alto dei suoi 965 metri i paesi di Füssen e Schwangau ed il magnifico paesaggio circostante, caratterizzato da diversi laghi tra i quali spicca per bellezza il piccolo Alpsee.
Neuschwanstein riflette in modo maggiore la vita tormentata di Ludwig ed è un omaggio al compositore Richard Wagner. La grande sala per il canto è ricca di affreschi rappresentanti scene della saga di Parsifal. La sala del trono, alta ben 15metri, in blu ed oro, si estende su due piani e ricorda una basilica bizantina.
Le sale interne, riccamente arredate, sono un omaggio al genio musicale di Richard Wagner: "Tannhäuser", "Lohengrin", "Tristano e Isotta", "I maestri cantori di Norimberga" e il "Parsifal", un inno al romanticismo e alle antiche leggende germaniche.



Non lontana dal castello di Linderhof e dall'abbazia benedettina di Ettal, si trova Oberammergau,una delle attrazioni della Baviera per le case affrescate, i suoi intagliatori, la rappresentazione della Passione di Cristo e per lo sci di fondo.

Già nel '500 si conosceva la bravura degli artigiani di Oberammergau e verso la metà dell'Ottocento venne fondata una scuola che ha istruito diverse generazioni di artisti del legno, alcuni specializzati solo in crocifissi.

giovedì 25 febbraio 2010

San Leucio e le sue sete



La superba reggia vanvitelliana di Caserta con il suo splendore e l’immenso parco è conosciuta in tutto il mondo; forse meno nota è San Leucio che dista a qualche chilometro dalla città
Ubicata ai piedi del monte considerato nella tradizione sede dell’eremitaggio dell’omonimo Santo, San Leucio è molto importante soprattutto dal punto di vista storico perché rappresenta un esperimento sociale di assoluta avanguardia ed al tempo stesso un modello di giustizia e di equità sociale raro nelle nazioni del XVIII secolo.
Quando, nel 1750, i possedimenti degli Acquaviva passarono ai Borbone di Napoli, San Leucio divenne sede delle seterie reali.
Il re Carlo III, su consiglio del ministro Bernardo Tanucci, avviò infatti un progetto di formazione dei giovani del luogo mandandoli in Francia ad apprendere l'arte della tessitura, per poi lavorare negli stabilimenti reali. Venne così costituita nel 1778, su progetto dell'architetto Francesco Collecini, una comunità della Real Colonia di San Leucio, basata su uno statuto apposito del 1789 che stabiliva leggi e regole valide solo per questa comunità.
Si associarono alle maestranze locali anche artigiani francesi, genovesi, piemontesi e messinesi che si stabilirono a San Leucio richiamati dai molti benefici di cui usufruivano i lavoratori delle seterie come l’assegnazione di una casa all'interno della colonia e la formazione gratuita della scuola dell’obbligo.
Le ore di lavoro erano 11, mentre nel resto d'Europa erano 14.
Le abitazioni furono progettate tenendo presente tutte le regole urbanistiche dell'epoca, per far sì che durassero nel tempo (infatti ancora oggi sono abitate) e fin dall'inizio furono dotate di acqua corrente e servizi igienici.
Le donne ricevevano una dote dal re per sposare un appartenente della colonia, anche se a disposizione di tutti vi era una cassa comune "di carità", dove ognuno versava una parte dei propri guadagni. Era abolita la proprietà privata, garantita l'assistenza agli anziani e agli infermi, ed era esaltato il valore della fratellanza e la piena parità di sesso
A San Leucio, all'interno della fabbrica originaria del re Ferdinando, il Palazzo del Belvedere, ha oggi sede il "Museo della seta" che conserva alcuni macchinari originali per la lavorazione della seta: sono in mostra tutte le fasi della produzione della seta con gli antichi telai restaurati ed attivi azionati da una ruota idraulica posta nei sotterranei del palazzo.
Si accede al complesso monumentale di San Leucio attraverso l’'Arco Borbonico sulla cui sommità è presente uno stemma borbonico con due leoni in pietra al lati dello stemma stesso.
Ora distogliamoci dalle elevate considerazioni storico artistiche e passiamo ai consigli gastronomici!
Coloro che si recano a San Leucio non dimentichino di gustare i prelibati latticini di bufala di cui vi è una grande e rinomata produzione in tutto il casertano.

martedì 23 febbraio 2010

Salisbury : nel cuore della storia inglese


Lungo la strada che da Londra porta a Stonehenge, la più celebre città megalitica nel Regno Unito, se non nel mondo, si trova Salisbury,una città suggestiva e ricca di storia.
Dal traffico movimentato ed assordante di Londra, il visitatore si immerge in una "una città di Campagna", una città medievale stupenda, dalle strade storiche alle case con le caratteristiche strutture di legno a vista, rivestite di gesso bianco, con ristoranti e sale da tè tipici inglesi.
Salisbury prende origine da una roccaforte romana conosciuta con il nome di
Old Sarum, diventando più avanti un importante centro commerciale anche grazie alla costruzione di varie infrastrutture come il ponte sul fiume Avon e l’edificazione di un importante mercato, il Market Square, nel XIII secolo.
E’ famosa la sua cattedrale, vero gioiello dell’architettura gotica.edificata in ben 38 anni tra il 1220 e il 1266; è una chiesa perfettamente conservata, con un’unica aggiunta nella ‘Tower’ edificata inizialmente nel 1285-1290 e continuata poi con la costruzionedella guglia prima del 1315 (di ben 123 metri).
Nella cattedrale, considerata unica tra le cattedrali evangeliche del medioevo nel Regno Unito, si resta ammirati dalla grandezza e dall'imponente semplicità secolare della sua navata a ricordare la potenza di Dio, che termina nella bellissima Trinity Chapel.Dall’annesso Chiostro si accede nella sala capitolare edificata tra il 1263 e il 1284, in perfetto stile gotico, nella quale si trova un rarissimo documento: le quattro copie originali della Magna Carta del 1215. Non meno importante e di pregevole interesse è tra l’altro la Chiesa di St. Thomas's del XV secolo che ospita il bellissimo dipinto del Giudizio Universale, del XV secolo, E’ noto anche pub The Haunch of Venison in cui si incontrarono Winston Churchill e Dwight Eisenhower si incontrarono in una piccola stanzetta sul retro mentre pianificavano lo sbarco in Normandia.
La visita a questo incantevole luogo è vivamente consigliata quindi a coloro che trascorrono qualche giorno a Londra. Si esaurisce in un giorno e peraltro può essere fatta comodamente mediante tour organizzati dagli stessi alberghi.

sabato 20 febbraio 2010

Una vacanza sui laghi della Stiria






Quest’estate ho trascorso delle giornate indimenticabili nella Stiria non lontano da Salisburgo.
Sui ridenti laghi austriaci ed in un’atmosfera di fiaba il soggiorno è stato ritemprante e sereno.
Facevo base a Grundlsee un mirabile paesino sul lago omonimo da cui più volte mi sono recato nei paesi circostanti anche essi adagiati su conche lacustri piene di fascino e di attrazione

Non lontano è il paese di San Wolfgang sul lago omonimo, anche esso conosciuto in tutto il mondo per le ritempranti passeggiate sul lungolago, la navigazione sui romantici antichi battelli e le escursioni per i molti sentieri
Ma il motivo di grande fama è dato a dire il vero dall’operetta “al cavallino bianco” che è stata ambientata nella locanda più caratteristica del paese,
la Zum Weissen Rossl, per poi fare il giro del mondo.
Non vi è turista che non si fermi ad osservare la mitica insegna della vecchia locanda e il simbolo del cavallino si può trovare ovunque passeggiando per il centro, impresso sui capi di abbigliamento, le porcellane e i piccoli souvenirs.
Non meno importante è la parrocchiale che conserva infatti un ricco altare a sportelli, realizzato da Michael Pacher nel Quattrocento, e una doppia pala d’altare maestosa, creata da Thomas Schwanthaler.
Non possiamo lasciare questi luoghi ameni senza soffermarci a Bad ISCHL
Lì, immersa nel cuore di un parco di 25 ettari e di montagne alpine troviamo la Villa imperiale, ove vi è la residenza estiva dell’imperatore Francesco Giuseppe che vi ha dimorato dal 1854 al 1914ed ove è nato Franz Lehàr
Qui ho trascorso tra l’altro un indimenticabile Ferragosto in cui ho assistito per le strade del Paese a d una manifestazione in costume che ha come centro d’attrazione Francesco Giuseppe e Sissi che vanno in carrozza sfilando tra ali di folla.

In tutti questi luoghi non manca la buona cucina austriaca innaffiata da Birra con gli immancabili Strudel ed ottima pasticceria servita in eccellenti conditorei.
Andate dunque a girovagare in questi luoghi e vi ritemprerete nello spirito e nel corpo !

giovedì 18 febbraio 2010

Il paleocristiano nella piana di Paestum



Ho avuto la felice opportunità di soggiornare per molti anni nel periodo estivo a Paestum,ubicata nella piana del Sele a sud di Salerno Paestum, l’antica Posidonia, fondata secondo Strabone, dagli Achei di Sibari nel VI secolo a. C.,come centro commerciale.
Nei periodi di soggiorno,moltissime volte ho avuto occasione di visitare la mirabile area archeologica della Magna Grecia,l’antica Poseidonia e sono sempre rimasto colpito dal fascino dei tre templi: Poseidone la Basilica ed il tempio di Cerere coevi dell’unico affresco finora scoperto nella tomba del tuffatore.
Ma non intendo soffermarmi sulle bellezze archeologiche del luogo che richiamano ogni anno tanti visitatori da tutto il mondo. Intendo invece parlarvi di due chiese esistenti nella area pestana che rappresentano anche esse un forte richiamo artistico.
La basilica paleo cristiana dedicata a S.Maria dell’Addolorata e la chiesa della Madonna del Granato
S Maria dell’Addolorata che si trova nel perimetro del sito archeologico di Paestum a pochi passi dal Museo Nazionale Archeologico, in una piazzetta,viene chiamata basilica a causa delle antiche origini dell'edificio che fu costruito all'epoca della diffusione del Cristianesimo in Occidente quando tra il V e il VI sec.d.C la colonia romana di Paestum diventa sede vescovile.
Elementi architettonici provenienti dagli antichi edifici di Paestum furono riutilizzati per la costruzione della Basilica come le colonne incorporate nei pilastri della chiesa o nei muri esterni.
Oggi la chiesa è strutturata in tre navate divise da antiche colonne. La facciata e il campanile a vela sono del settecento.

A ridosso del Monte Calpazio sorge l’imponente Santuario della Madonna del Granato. Costruito nel XII secolo, è ancora oggi meta di numerosi pellegrini provenienti da tutto il Cilento. La facciata dell’antica Cattedrale richiama una fisionomia di architettura rurale. All’interno, troviamo il pulpito di gusto cosmatesco, sotto cui è stato recuperato un affresco tardo gotico raffigurante S.Biagio in paramenti sacri. Sull’altare Maggiore vi è la statua raffigurante la Madonna del melograno. Andate a visitare queste chiese perché meritano attenzione quanto la città archeologica!

martedì 16 febbraio 2010

Pointe du Raz: un luogo di incanto sull'Atlantico


Sin da quando ero sui banchi di scuola, ormai molti anni fa, e studiavo la geografia d’Europa, avevo il sogno di visitare la Bretagna una terra aspra, all'estrema punta occidentale, lontana dalle atmosfere mediterranee della Costa azzurra ed esposta ai venti furiosi dell’atlantico.
Dopo aver fatto molti viaggi in Francia ed anzitutto a Parigi, il sogno si è avverato nel 2006, quando ho avuto il tempo di dedicare alcuni giorni alla visita di questa regione al nord della Francia (Breizh in bretone), antico Stato indipendente che forma un vasto promontorio verso la Manica e l’oceano atlantico.
Una delle provincie della Bretagna,divisa tradizionalmente tra la costa detta Armor e l'entroterra detto Argoat è quella di Finistere con capoluogo Quimpur
E proprio in questa regione ho girovagato molto,ammirando i suggestivi panorami atlantici per poi fermarmi a la pointe du Raz,maestosa con le sue rocce che precipitano sulle acque sempre agitate dell’oceano.
In questo luogo,in quella giornata di maggio, non diversamente da altri giorni dell’anno, la brughiera era spazzata dal vento,e le onde si infrangevano sulle rocce con spruzzi bianchi di schiuma. Un paesaggio di una bellezza inusitata e da mozzafiato con pochi segni lasciati dall'uomo come ad esempio un faro e la statua di Notre Dame des Trépassés, costruita nel 1904 in memoria di tutti i naufraghi.
Per godere appieno di questo luogo meraviglioso, si deve seguire un sentiero da brividi che, a strapiombo sul mare, gira attorno al promontorio, fino a giungere al punto più spettacolare chiamato,in modo significativo, l'Inferno di Plogoff.
Pointe du Raz per il suo fascino, tanto più intenso, nelle giornate plumbee e ventose,non è il solo luogo suggestivo di Finistere (Finis terrae) e dell’intera Bretagna che è tutta permeata da un’atmosfera di mistero ,piena di leggende che hanno come protagonisti la fata Morgana, Re Artù , Lancillotto, ed i cavalieri del Santo Graal.
Non si possono concludere queste sintetiche note di viaggio se non si ricorda ad esempio Dinan che è una città con scorci che sanno di antico e che riportano in un ambiente di altri tempi, e soprattutto Carnac (la capitale dei megaliti costruzione tutte allineate , dolmen incisi da simboli oscuri, tumuli di pietra la cui costruzione è antecedente alle piramidi egizie.
Ma avremo occasione di tornare a parlare della Bretagna e della sua gente che ama tradizioni ed usi popolari che sànno di antico, anzi di celtico.
Per ora limitiamoci ad uno sguardo di insieme di una terra aspra , dai forti contrasti e per questa amata da artisti celebri come il pittore Gaugain che diceva:
amo la Bretagna,amo il suo carattere selvaggio e primitivo

domenica 14 febbraio 2010

Lo stile Liberty a Roma



Roma è una città di ineguagliabile bellezza,vero e proprio crogiolo di stili architettonici diversi come il paleocristiano, il medievale, il romanico ed il barocco.
Non vi manca ed anzi è rigogliosa anche l’architettura in stile liberty che nei primi anni del’900 si diffuse nella capitale: fiorì prevalentemente nei nuovi rioni e nei quartieri fuori le mura per ospitare la nuova borghesia capitolina, anche se esempi mirabili, come un’ala del Parlamento ed il palazzo della rinascente, sono presenti anche nel cuore della città.
Lo stile a prima vista, può apparire come un netto contrasto rispetto ad impianti architettonici dei secoli passati,ma quando lo si immagina inserito nel contesto del prima decade secolo scorso, appare sorprendente per l’armonia delle forme e la bellezza delle minuziosi decorazioni floreali. E'rappresentativo di un’ architettura che coniuga la produzione artistica con quella industriale, nel senso che utilizza appieno le nuove tecnologie (ferro, vetro e cemento) che avevano il sopravvento nell’epoca per realizzare opere dall’alto valore estetico.
L’itinerario liberty a Roma richiede molto tempo per una visita completa perché abbraccia il centro storico ed al tempo stesso quartieri come il rione Prati, il rioni Ludovisi e Sallustiano, i quartieri Pinciano e Parioli, il Salario e Nomentano e "dulcis in fundo" il meraglioso quartiere Coppedè.
Tanto per citare alcuni esempi,meritano approfondimento ,il Parlamento, opera di Basile , la Galleria Sciarra, prima realizzazione in ferro-vetro-ghisa di De Angelis con dipinti del Cellini, la Galleria Colonna,ora dedicata a Sordi e per poi andare negli altri quartieri per visitare villini singolari come quello Cagiati, Rudinì, Ximenes e la casina delle Civette, una delle costruzioni poste all’interno di Villa Torlonia
Un itinerario a sé è la visita del quartiere Coppedè che in realtà non è altro che un complesso di 26 palazzine e di 17 villini, sorge tra la Salaria e la Nomentana, praticamente inglobato nel quartiere Trieste e tutte a raggiera rispetto alla curiosa fontana delle Rane ubicata in posizione baricentrica nella Piazza Mincio
Per ora contentiamoci di questa descrizione sommaria ed a volo d’uccello, riservandoci di tornarci in seguito in modo più particolareggiato

venerdì 12 febbraio 2010

Parigi:una passeggiata nel quartiere del Marais



Se ti rechi a Parigi, dopo avere fatto tappe obbligatorie in posti famosi come la torre Eiffel,il Louvre,i Campi Elisi,il Palais Royal,il musee d’Orsay, non puoi trascurare di soffermarti nello stupendo e multi culturale quartiere del Marais
Marais è un quartiere di Parigi, situato sulla riva destra della Senna e fa parte del III e IV "arrondissement" della città, è un vero e propro villaggio con i lampioni dalla luce gialla, i bistrot dai pavimenti in legno consumato ed ebrei vestiti di nero dalla barba lunga che vanno alla sinagoga in Rue Pavée.
La zona del Marais, intorno a rue des Rosiers, rue Vieille du Temple e rue Pavée,
infatti, ospita una delle più importanti comunità ebraiche di Parigi ed è il tempio della cucina ebraica: nei negozi e nei ristoranti si possono trovare specialità tipiche (falafel di carne e verdure, tatramà).
Il quartiere è in realtà un crogiolo culturale in cui si mescolano ad ebrei, anche cristiani, musulmani e un'infinità di intellettuali italiani e francesi.
Marais vuol dire palude e infatti, prima che venisse bonificato nel XIII secolo, non aveva niente a che vedere con l'antico quartiere di oggi, tra botteghe kosher, showroom, gallerie d'arte, locali di tendenza e boutique alla moda.
Il quartiere ha comunque mantenuto un'architettura pre-rivoluzionaria ( prima dei grandi boulevard, per intenderci) e passeggiare nel dedalo di stradine è un vero piacere.
Il maggior interesse del Marais è Place des Vosges, seicentesca piazza quadrangolare, voluta da Enrico IV, contornata da edifici in mattoni rossi e bianchi,con i portici a volta tutt’attorno e circondata con una cancellata come i garden square inglesi
Si può senz’altro dire che questa piazza, che è stata per oltre un secolo il centro della vita elegante e mondana di Parigi, sia una delle più caratteristiche piazze del mondo.
Nella parte centrale della piazza c’e' la statua in marmo di Luigi XIII a cavallo,copia dell’originale distrutta durante la Rivoluzione francese
Si trova anche l’interessante Museo Victor Hugò, cioè la casa dove abitò il grande scrittore:vi sono raccolti i suoi ricordi, le testimonianze più importanti della sua vita e circa 350 disegni che attestano la magnificenza del suo genio.
Il quartiere in cui si contano oltre venti musei,come il museo Picasso, il museo Carnevalet che racconta la storia della città di Parigi e il museo dell'arte e della storia del Giudaismo,è quindi veramente suggestivo e rappresenta senza alcun dubbio un modello urbanistico del passato completamente integro nel suo assieme.
Se lo visiti, ne resti affascinato ed arricchito culturalmente perchè ti immergi nel passato secolare di Parigi

mercoledì 10 febbraio 2010

Ritornando dalla Carinzia verso l'Italia


L’estate scorsa, tornando dalla Carinzia ed andando verso S Candido, mi sono fermato di proposito a Maria Luggau ove sorge il Santuario della Madonna Addolorata,luogo devozionale molto suggestivo verso cui confluiscono tutti gli anni nel terzo week-end di settembre, pellegrini di Sappada , Sauris, Forni di sopra ed Ampezzo a ricordo del fatto che nel 1804 la Madonna aveva salvato dalla peste il bestiame.
Nel luogo ove sorge la chiesa vi era nel '500 secondo la tradizione un campo di segala curato da una donna povera di nome Helenau che in segno di devozione volle costruire cappella dedicata alla Madonna.
Dopo molte difficoltà nel 1593 il Conte di Ortenburg (Conte del Tirolo) realizzò proprio vicino alla chiesa un convento e lo affidò ai Minori Francescani. Dall' anno 1635 il santuario è custodito dai Servi di Maria.
La Chiesa, edificata fra il 1520 ed il 1544, è in stile gotico. La pala dell' Altare Maggiore raffigura l’Assunzione di Maria ed è opera è un' opera del pittore veneziano Cosroe Dusi (1808-1859).
Una piccola statua raffigurante la Vergine che tiene tra le braccia il figlio morto, sovrasta l'Altare.
Sui due altari laterali, ornati da bassorilievi in legno, si possono ammirare due tele raffiguranti una Deposizione della Croce e San Luca mentre dipinge un quadro della Madonna con bambino.
La volta della Chiesa è interamente affrescata con dipinti che raffigurano la storia di Luggau. Il campanile, con guglia a cipolla, è opera di Bartolomeo Vierthaler. All' esterno davanti ad esso, è posta una statua in marmo realizzata da K. Campidell nel 1958 raffigurante la Pietà.
Maria Luggau oltre ad essere un luogo di culto religioso, è anche un paese legato alla tradizione contadina.e nella zona circostante si potevano contare oltre cento mulini ad acqua utilizzati dai contadini per macinare il grano e per fare funzionare segherie.
L’industrializzazione sempre più spinta ha preso lentamente il posto dei vecchi mulini, anche se sono rimasti cinque antichi mulini ad acqua che si possono ammirare percorrendo la Mühlenweg ovvero la strada dei mulini..

Consiglio per chi andasse in Austria , di fermarsi qualche ora in questo luogo in cui si associa alla devozione alla Madonna una forte civiltà contadina
Mi ringrazierete perché vi potrete immergere in un’atmosfera di altri tempi che vi darà grande serenità.

Returning to Italy from Karinthia

Last summer, returning from Carinthia and going to S Candido, I went to Mary Luggau where lies the Shrine of Our Lady of Sorrows, very evocative devotional place where pilgrims of Sappada and Sauris and Ampezzo converge on the third weekend of September. In memory that in 1804 the Virgin Mary had saved from the plague cattle.
In the place where is the church there was in the '500 traditionally a field of rye, edited by a poor woman named Helenau which, as a sign of devotion, wanted to build a chapel dedicated to Our Lady.
After many difficulties in 1593 the Count of Ortenburg (Count of Tyrol) created just near the church a convent and turned it over to the Franciscans Minor. Since 1635 the shrine is guarded by the Servants of Mary.
The church, built between 1520 and 1544, is in Gothic style. The blade of 'Altar depicts the Assumption of Mary and is the work is a' work of the Venetian painter Khosrow Dusi (1808-1859).
A small statue of the Virgin Mary holding her dead son in her arms, above the altar.
On the two side altars, decorated with carvings in wood, you can admire two paintings depicting a Deposition from the Cross and St. Luke while he paints a picture of the Madonna and child.
The vault of the Church is entirely frescoed with paintings that depict the history of Luggau. The bell tower, spire with an onion, is the work of Bartholomew Vierthaler. All 'outside in front of it, is placed a marble statue made by K. Campidelli in 1958 depicting the Pietà.
Maria Luggau ,besides being a place of religious worship, is also a country tied to rural tradition and the surrounding area could be counted over a hundred water-mills used by farmers to grind grain and to run sawmills.
The industrialization driven more slowly took the place of the old mills, but were five ancient water mills that can be seen along the road or Mühlenweg mills ..

Advice for those who went to Austria, to stop a few hours in this place which is associated with a strong devotion to Our Lady peasant
You'll thank me because you can plunge into an atmosphere of days gone by that will give you great peace

lunedì 8 febbraio 2010

Collevecchio:un paese inaspettato

Alcuni amici mi convinsero in una fredda giornata autunnale di andare a trascorrere un weekend nell’alto Lazio a Collevecchio , un paese non lontano da Rieti.
Mostrai riluttanza, non solo per la rigida giornata che incoraggiava non molto a muoversi da Roma, ma anche per il fatto che a me era sconosciuto Collevecchio.
Appena vi arrivai, fui subito colpito dalla inusitata bellezza del luogo nel vedere dal basso un piccolo paese arroccato,in una fascia collinare che fiancheggia la valle del Tevere e confinante con il Comuni dii S. Oreste (Roma) e Civita Castellana (Viterbo) e, verso l'entroterra sabino, con i comuni di Magliano Sabina, Montebuono, Tarano e Stimigliano.
Il paese, che conta oggi poco più di 1500 abitanti, è ricco di storia e la sua nascita si ricollega ad un precedente insediamento sito in area bassa , di fondovalle, esposta alle minacce della palude e, in particolare, al suo effetto più disastroso, la malaria. Il vecchio abitato probabilmente si chiamava Colle Muziano (ma viene dato anche nella denominazione di Mozzano).
Una leggenda vuole che il nome di Collevecchio derivi da Cola vetus, vale a dire da un robusto vecchio di nome Cola che, abitando nella collina, sulla quale fu poi costruito il nuovo paese, sarebbe vissuto più di cento anni. Da questo tipico esempio di longevità, sarebbero stati indotti gli abitanti di Castel Muziano a scegliere quella località come la più adatta, per la salubrità dell’aria, a formare un sano centro di abitazione e per ricordare il buon vecchietto avrebbero dato al nuovo paese il nome di Cola vetus: Collevecchio.
Collevecchio ha visuto la prima parte della sua vita di insediamento all’interno della struttura amministrativa creata dallo Stato della Chiesa. Fu solo in un momento successivo, quando la famiglia degli Orsini acquistò importanza, prestigio e favori, ottenendo tutta una serie di investimenti feudali nel Lazio e nella bassa Umbria, che Collevecchio entrò nell’orbita del sistema delle signorie e, a causa della sua posizione rispetto alla vicina valle del Tevere, rivestì un notevole interesse, amministrativo e politico.
Nel 1605, Collevecchio venne scelta, anche se per un breve periodo, come sede del rettore ecclesiastico della Sabina.
Molti sono i monumenti che testimoniano la storia del paese e tra questi chiese, strutture amministrative, palazzi gentilizi opere pie e realizzazioni tutte da porre in reazione ad un tipo di organizzazione sociale comunque soggetto a regole e principi ecclesiali. .
Fra gli edifici religiosi si segnala:
La Collegiata dell'Annunziata (fine XII sec.), sita sulla piazza principale del borgo, con un bel portale del XV secolo. All'interno la chiesa ha assunto una configurazione barocca dovuta ai rimaneggiamenti avvenuti nel XVIII secolo. In essa sono conservate alcune opere di notevole interesse, fra cui un crocefisso ligneo policromo (VIII-IX sec.) di stile bizantino, proveniente dall'antica cappella di San Valentino e anteriormente dalla chiesa del castello di Mozzano, e una deposizione eseguita nel 1435 da un pittore fiammingo, copia di un originale di Roger Van der Weyden, attualmente conservato

Fra i palazzi gentilizi si segnala:
Il palazzo Coperchi (XVI sec.), in via Roma, realizzato su disegno di Antonio da Sangallo il giovane, pass�
Il Palazzo Apostolico (XVII sec.) sulla piazza principale, sede del Governatore Generale della Sabina, ora condominio, e, più anticamente, palazzo della Signoria. Sull'architrave del portale d'ingresso spicca lo stemma degli Orsini.
La Porta Romana, situata ai piedi del paese e da cui partiva la via che anticamente conduceva a Roma (il c.d. Passo di Roma).
Il paese è in pieno risveglio culturale, essendo sorte molte strutture culturali incentrate anzitutto sulle confraternite e di S. Antonio, di S. Anna, di S. Bernardino e di S. Prospero, la nascita delle quali si perde nel tempo e che tuttora svolgono una lodevole funzione di traino collettivo e di impegno sociale.
Particolarmente attiva è la banda musicale che è diretta erede della società filarmonica.
Molto suggestive e di particolare attrazione sono la sagra del panpepato e un bellissimo carnevale con sfilata di carri che mi riprometto, appena mi è possibile di andare a vedere.
Dulcis in fundo
Collevecchio ha un teatro, uno dei più piccoli di Italia in cui si tengono rappresentazioni di elevato interesse culturale
Per gli appassionati di enogastronomia:
Ovunque si vada si mangia un ottimo cibo genuino in piacevole compagnia ed in una cornice molto ospitale

sabato 6 febbraio 2010

Madeira: un giardino galleggiante




In una calda giornata autunnale di qualche anno fa, ad un tratto il personale di bordo annunziò che stavamo atterrando.
Dal finestrino dell'aereo scorsi in mezzo all'oceano un'isola di incanto lussureggiante. Poi improvvisamente fui distolto dal fragore dell'atterraggio su una pista costruita interamente a picco sull'acqua.
Scesi a terra e misi piede per la prima volta nella decantata ed affascinante isola di Madeira e per l'esattezza a Funchal il suo capoluogo.
Si proprio a Madeira l'isola considerata da molti nell'antichità la mitica isola di Atlantide a cui Platone nel Timeo inneggia in questo modo:
Innanzi a quella foce stretta che si chiama colonne d'Ercole, c'era un isola. E quest'isola era più grande della Libia e dell'Asia insieme, e da essa si poteva passare ad altre isole e da queste alla terraferma

Madera, come è noto, appartiene insieme alle Isole Azzorre al Portogallo ed è l'isola maggiore di un arcipelago costituito da Madera per l'appunto e Porto Santo, da tre isole minori disabitate, note come le Desertas, e da altre due isole minori, anch'esse disabitate, denominate le Isole Selvagge.

Tutta l’isola .che fu scoperta all’inizio del XV secolo dall’esploratore portoghese João Gonçalves Zarco e passsata nel 1662 sotto il controllo del Portogallo, è un immenso giardino botanico da visitare e, in particolare, dal 1999 i meravigliosi boschi di Laurissilva sono stati dichiarati dall’UNESCO, Patrimonio dell’Umanità. Caratteristica di Madeira sono i 1500 chilometri dei levadas, canali di acqua a cielo aperto che attraversano tutte le valli, per scoprire luoghi più nascosti dell’isola, salire nei punti più alti e ammirare paesaggi mozzafiato. In questo paradiso terrestre l’inverno non esiste, infatti da dicembre a febbraio ci sono quasi 25 gradi. E'perfetta per chi ama giocare a golf su bellissimi green la cui storia è iniziata negli anni Trenta e dove oggi si disputano gare internazionali.
E' un'isola perfetta anche per chi ama fare trekking, climbing, canoa, montain bike o semplicemente fare delle passeggiate a piedi o a cavallo.
A soli 40 chilometri da Madeira si trova la meravigliosa Porto Santo con le sue spiagge di sabbia dorata, dalle eccellenti proprietà terapeutiche, e un mare cristallino. La città di Villa Baleira rivela storie e leggende di un grande passato, come l’affascinante storia di Cristoforo Colombo che su quest’isola ha vissuto.

Madera,che fu anche dimora della pricipessa Sissi,rappresenta quindi per la sua posizione geografica lambita dalla benefica corrente e per la sua struttura montagnosa un rifugio ideale per chi si vuole riposare. Con i suoi pendii che scendono fino al mare, la sua vegetazione esotica e i suoi bianchi caseggiati, la vista dal mare è uno spettacolo indimenticabile.

Per il clima mite l'isola è piena di giardini di fiori e frutti tropicali oltre che di vigneti da cui si ricava il noto vino di Madeira


FUNCHAL è la città principale e capitale dell’isola.
Da visitare: il convento di Santa Clara (XV sec.), la piazza dominata dalla chiesa (XVI sec.) e i musei, dall’arte sacra all’artigianato. Assai rinomato il merletto, ma ancora più famoso è il vino. Interessante la visita all’Adegas de São Francisco per conoscere le fasi dell’imbottigliamento, un rito che risale al 1772.


Si suggerisce per chi vuole soggiornare a Madera di trascorre qualche giorno a Lisbona una città che rimane nella memoria per la sua architettura manuelina, i suoi contrasti etnici per il Fado ed anche per il gustosissimo baccalà cucinato in mille modi e la famosa pasticceria di Belem

venerdì 5 febbraio 2010

Il museo napoleonico e la mostra su Charlotte la dama inquieta

Roma è una città che richiede anni , anzi una vita intera per essere conosciuta a fondo.
Nelle mie passeggiate abituali del week end , ho visitato il museo napoleonico che ha sede in palazzo Primoli nei pressi di piazza Navona e di fronte l palazzo di giustizia (il palazzaccio) Tevere
Nel 1927 Giuseppe Primoli,figlio del conte Pietro Primoli e della principessa Carlotta Bonaparte, donò alla città di Roma la sua collezione di opere d’arte,cimeli napoleonici,memorie familiari insieme alle sale che ancora oggi li contengono
Il criterio che ispirò il Primoli nella ricerca e nella raccolta, e che costituisce peraltro uno dei principali motivi dell'interesse e del fascino del museo, è quello di documentare, non tanto l'epopea napoleonica, quanto la storia privata della famiglia Bonaparte
Lungo il percorso vi sono mobili ,suppellettili,quadri,sculture di insigni artisti dell’epoca napoleonica. I quadri e le sculture ritraggono i numerosi esponenti della famiglia imperiale e scene di vita quotidiana.
Nelle vetrine sono conservati oggetti di uso personale collane ,diademi,orologi,porta bouquet, tutti oggetti elaborati dai più grandi artigiani della famosa oreficeria romana e francese.
Gli ambienti conservano in alcune sale soffitti del settecento con travi dipinte e fregi che contengono il“Leone rampante”dei Primoli e “l’aquila “ dei Bonaparte.
La visita di questo museo è motivo di curiosità ed arricchimento culturale che consente tra l’altro di rivisitare la storia della famiglia Bonaparte in cui primeggia ovviamente Napoleone non solo per la sua grandezza politica ma purtroppo anche per il nepotismo frequente costume anche dei nostri giorni
Il museo ospita continuamente mostre connesse all’epopea napoleonica e tra queste si segnala quella che sarà aperta dal 5 febbraio 2010 al 15 aprile prossimo dedicata a "Charlotte Bonaparte dama di molto spirito”,intelligente colta e sensibile ed al tempo stesso donna dalla vita inquieta, e travagliata.
Charlotte, figlia di Giuseppe, fratello maggiore di Napoleone, ha espresso una cultura aperta e cosmopolita alimentata da una fitta rete di scambi e relazioni con personalità della vita artistica e culturale degli anni della Restaurazione. E ciò risulta molto evidente nella visita della mostra che consente di ammirare tra l’altro un importante nucleo di album di Charlotte, contenente suoi disegni, acquerelli, incisioni, oltre ad opere del marito Napoleone Luigi e dei tanti artisti che la principessa Bonaparte incontrò nel corso dei suoi numerosi viaggi in Italia Francia, Germania, Belgio, Inghilterra e Stati Uniti.
Per chi si trova a Roma in questo periodo approfitti quindi di questo suggerimento artistico e culturale offerto dalla Roma minore e non quella delle antichità, dei grandi musei e celeberrimi monumenti!

mercoledì 3 febbraio 2010

S. Panfilo, la Cappella Sistina dell'Abruzzo




Nel 2008, prima del terribile terremoto dell'Aquila ebbi la felice opportunità, tornando da un viaggio, di trascorrere qualche ora a Tornimparte che è un ridente, ma freddo paese ubicato lungo la vallata che dai contrafforti del Velino e della Duchessa.
Posto ad una distanza di circa 20 Km a Sud Ovest di L’Aquila e sito ad un'altezza media di 850 m s.l.m.,Tornimparte si presenta ovviamente in primavera con i toni e i colori del verde intenso delle sue montagne, coperte per oltre il 60 % da folti boschi di faggio e castagno e con la varietà dei suoi 21 centri sparsi fin dall’ antichità lungo una fascia di 10 km.
Cenni storici
Il nome Tornimparte deriva, molto probabilmente, da Turres in partibus che vuol dire "Fortezze dislocate in varie parti".
I primi abitanti della zona furono i Sabini, una tribù di Italici.

Durante il periodo romano erano presenti vari centri abitati nel territorio di Tornimparte, come testimoniano vari cippi funerari rinvenuti in Villagrande, Colle
nel Medioevo, sorgeranno i paesi di Tornimparte nella fisionomia attuale.

Con la caduta dell’Impero Romano le popolazioni della valle dell’Aterno furono esposte ai saccheggi dei Longobardi che, tra le altre rasero al suolo le città di Amiterno e di Aveia.

Quando, nel 773 i Franchi sconfissero i Longobardi Tornimparte passò, insieme a tutta l’Italia centrosettentrionale, a far parte del Sacro Romano Impero facendo parte della contea di Celano. Il primo conte fu Berardo detto il Francico, che fece fortificare il territorio. I resti di tali fortificazioni sono ancora presenti in vari centri abitati del comune. I feudi divennero piccoli stati indipendenti spesso in guerra con i vicini e ,quindi, ciascun feudatario sentì il bisogno do proteggere il proprio borgo con opere di fortificazione.


L'arte

Non pochi sono i monumenti artistici e tutti degni di nota, ma quello più superbpo e significativo è rappresntato dalla chiesa dedicata a S Panfilo vescovo di Valva e Sulmona.

Purtroppo per mancanza di documenti è impossibile stabilire con precisione la data di costruzione, che potrebbe, per quanto riguarda il primo nucleo architettonico, risalire intorno al 1000.

Nella chiesa sono presenti lo stile barocco e quello romanico.

La facciata è preceduta dal sagrato e da un portichetto con copertura a capanna, ha un piccolo portale principale d’ ingresso dove sono presenti elementi romanici.

Questa chiesa ha la particolarità di essere a quattro navate: una centrale e tre laterali. Ci sono inoltre due cappelle, quella del Crocifisso e l’ altra della Visitazione, e sei altari di cui cinque minori ed uno maggiore. Quest’ ultimo si trova in fondo alla navata centrale ed è dedicato alla Madonna Addolorata. Gli altari sono in pietra finemente lavorata a rabeschi della fine del XV secolo.

Gli affreschi della chiesa sono stati realizzati intorno al 1495 da Saturnino Gatti. In mezzo alla volta si può osservare la rappresentazione del Paradiso, l’ Eterno Padre è la figura centrale circondato da Angeli e Beati. Nell’ arco sovrastante l’ altare maggiore sono raffigurati i Profeti che predissero la venuta del Redentore, mentre lateralmente si vede l’ Arcangelo Gabriele nell’ atto di annunciare alla Vergine la nascita del Figlio di Dio. Attorno all’ abside, in cinque riquadri, sono riprodotti i momenti della Redenzione:

1.La cattura di Gesù e il bacio di Giuda.
2.La flagellazione.
3.La crocifissione ( al centro ).
4.La resurrezione del Salvatore.

Nel corso degli anni vi furono molti lavori di restauro, l’ ultimo dei quali in seguito al terremoto del 1985 dove la chiesa e la casa canonica rimasero seriamente danneggiate.

Nonostante ciò la chiesa di S. Panfilo è l’ unica che è stata conservata nelle sue forme architettoniche originali.


La chiesa conservata nelle sue forme architettoniche originali,, e non lo dico io,per la sua eleganza ed i notevoli affreschi può essere appellata come "la cappella sistina dell'Abruzzo.

Tornimparte è ovviamente ricco di paesaggi e folklore come si può rilevare dal ben organizzato sito della Pro loco

lunedì 1 febbraio 2010

Sappada: una perla nelle Dolomiti




Ai confini tra il Veneto e il Friuli, ma ancora nelle Dolomiti nella provincia di Belluno si situa ad un’altitudine di 110metri sul livello del mare Sappada (Plodn), una vera perla con paesaggi incantevoli non inferiori a quelli della rinomata Cortina d'Ampezza.



La Storia

Le origini di Sappada non sono certe, l'ipotesi più probabile è che nell'XI secolo alcune famiglie provenienti dalla vicina Austria (secondo la leggenda dal paese di Innervillgraten) si insediarono nella valle con l'autorizzazione del patriarca di Aquileia e dietro pagamento di una somma annuale.

La valle all'epoca era disabitata e incolta e i sappadini iniziarono una paziente opera di disboscamento e coltivazione; in breve nacque un piccolo paese formato da 15 borgate tante quante erano le prime famiglie che vi si insediarono. Il paese è costituito da caratteristiche case in legno adagiate nel soleggiato versante nord della valle. Intorno al paese verdi pascoli per l'allevamento dei bovini, campi di segale, avena, orzo e legumi e oltre ad essi boschi ricchi di selvaggina.

Nel 1500, oltre alle attività agricole e di pastorizia prosperava anche il commercio del legname grazie alla forte richiesta di legno per barche da parte della Repubblica di Venezia.

Dopo una breve parentesi di dominazione francese nel 1814 Sappada passò sotto gli austriaci cui si devono le prime scuole e opere pubbliche.

Nel 1852 Sappada passava dalla provincia di Udine a quella di Belluno che a sua volta, qualche anno dopo, veniva annessa all'Italia (1866).

Durante la prima guerra mondiale furono combattute molte battaglie sulle montagne circostanti e si possono ancora oggi trovare i reperti risalenti a tali scontri. Molte donne sappadine inoltre furono portatrici carniche, donne che volontariamente compivano centinaia di metri di dislivello per diverse volte al giorno per rifornire di viveri e munizioni i soldati italiani al fronte. Dal 1916 al 1917 il paese fu evacuato perché gli abitanti erano sospettati di simpatie filo-austriache a causa del loro dialetto: la popolazione fu dispersa nelle Marche, in Toscana (presso il Comune di Arezzo fu istituita la sede provvisoria del Comune di Sappada), in Campania ed in Sicilia.

Nella seconda guerra mondiale il paese fece parte della Repubblica libera della Carnia e fu teatro di scontri tra partigiani e tedeschi. Alcuni sappadini furono condotti ai campi di concentramento, tra cui Dachau. Nel dopoguerra a causa della carenza di lavoro molti sappadini emigrarono all'estero, in particolare in Svizzera e Germania. In seguito lo sviluppo del turismo cambiò anche l'economia del paese, e molti emigrati tornarono a casa per dedicarsi all'attività terziariaambiente che circonda

La Natura

Sappada è ancora incontaminato e questo si riflette positivamente nella varietà di specie animali e vegetali che vivono nella valle. Nelle foreste di abeti e di larici che circondano Sappada con un po' di fortuna si possono osservare: il gallo cedrone, il fagiano di monte, la pernice bianca, l'ermellino, la volpe comune, la lepre alpina e lo scoiattolo. Se si sale più in alto si possono incontrare marmotte, camosci,cervi,e caprioli. Inoltre sono presenti in questa zona due coppie di Aquila del Bonelli, che si possono notare osservando in particolare le creste del Monte Ferro, le cime del gruppo delle Terze, il Monte Chiadin ed il Peralba, dove nidifica in luoghi poco accessibili. Tra i fiori, tutti rigorosamente protetti crescono: il Raponzolo di roccia, l'erica, il ciclamino, la genziana, il ranuncolo; inoltre nella regione dolomitica crescono oltre cinquanta specie di orchidee selvatiche.


L'arte
Sappada è un paese ridente che si spiega in tante borgate ,tutte dotate di un fascino peculiare, in cui si snodano case leggiadre e sempre fiorite intervallate da chiesette votive antiche e con pregi pittorici.
Sappada è meravigliosa in tutte le stagioni: d'inverno è letteralmente sommersa dalla neve che nelle giornate serene riflette in uno scenario di incanto i raggi solari; d'estate incantevole per le sue montagne e passeggiate tra cui si segnala quella alle sorgenti del Piave.
Desta pregevole interesse la chiesa al centro di Sappada dedicata a Santa Margherita e la chiesa dedicata al santo guerriero Osvaldo proprio ai limiti del Paese verso il Friulihiesa di Santa Margherita, sita in borgata Granvilla, di stile barocco risalente al 1779, è la chiesa principale del paese. Fu costruita da Mistro Tommaso da Lienz tra il 1777 e il 1779, su modello di altre chiese del Tirolo. All'interno sono presenti numerosi affreschi di Francesco Barazzuti realizzati nel 1906: l'Assunta in cielo (volta della navata), Crocefissione (abside), Morte di San Giuseppe (parete sinistra), Martirio di Santa Margherita (parete destra); invece la pala dell'altare maggiore in fondo all'abside fu dipinta da John Riessler nel 1802. Il campanile è munito di un concerto di tre campane: la maggiore dedicata a Santa Margherita, la mediana a S. Maria Santissima e la minore ai SS. Erma e Cora e Fortunato e termina con una torretta ottagonale coronata da una cuspide sagomata.
Santuario Regina Pacis, sito in borgata Soravia, è stato costruito nel 1973 per assolvere un voto espresso durante la seconda guerra mondiale, su progetto dell'architetto Luciano Ria. All'interno sono presenti le sculture di Augusto Murer e rappresentano le angosce di guerra, infatti il rilievo maggiore, anziché raffigurare la Vergine Maria, raffigura il grido di dolore di una donna con diverse interpretazioni che il suo braccio rivolto al cielo può indurre.
Chiesa di Sant'Osvaldo, sita a Cima Sappada, fu costruita nel 1732 al posto di un precedente edificio più modesto. Venne restaurata da famiglie della borgata nel 1819, poi altri lavori vennero eseguiti nel 1906 e nel 1954. Ha il portico aperto ai lati, sul modello delle chiesette della vicina Carnia, dalle linee semplici e armoniose.
Via Crucis in borgata Mulbach, con una serie di 13 cappelline delle stazioni che conducono alla Chiesetta del Calvario accanto alla quale si elevano le tre croci del Golgotha.
Cappellina di Sant'Antonio, situata nella parte alta di borgata Bach, costruita nel 1726, è la più antica cappella di Sappada. Sopravvisse miracolosamente all'incendio del 1908 che distrusse la borgata Bach. L'interno è caratterizzato dall'abside poligonale e da una pregevole volta a vele decorata ad affresco con i simboli degli evangelisti.

Lingua sappadina

Il dialetto o meglio la lingua di Sappada è affine a quello bavaro-tirolese parlato nelle comunità germanofone della Carnia come Sauris e Timau, ma anche al cimbro. Per le sue particolari caratteristiche, è spesso oggetto di studi, ricerche, convegni e tesi di laurea; recentemente è stato valorizzato anche nelle aule scolastiche di Sappada.

Tradizioni e folklore

Il folklore sappadino si esprime attraverso le danze e le musiche del gruppo folkloristico degli Holzhockar (i taglialegna), composto da una trentina di elementi, tra ballerini e musicisti. Il gruppo esegue le danze mimiche della vita di un tempo; con i loro costumi tipici sappadini e l'allegria dei balli e delle musiche animano le sagre e le feste del paese.

Le tradizioni sono numerose e tenute vive. La più nota riguarda il Carnevale con i suoi festeggiamenti e le maschere tipiche. Tra le tradizioni religiose, va ricordato il Pellegrinaggio al Santuario della Madonna Addolorata nel paesino di Maria Luggau in Carinzia (Austria), che tutti gli anni il terzo week-end di settembre, i sappadini e alcuni turisti compiono a piedi, attraverso il sentiero che in circa 9 ore di cammino conduce in Austria.

Come si arriva Sappada


Si raggiunge facilmente Sappada con l’auto oppure con il treno fino a Calalzo ove si prende un’autolinea che porta fino a Sappada

sappada