Vi è una stretta analogia in termini artistici con le ville vesuviane.
Se le prime testimoniano il fasto dei Savoia, le seconde suggellano la grandezza borbonica a Napoli di cui abbiamo già trattato in un precedente articolo di questo blog.
La famiglia reale di Savoia cominciò nel XVI secolo a commissionare il rifacimento di antichi castelli (anche di epoca romana) e la costruzione di nuove residenze, delizie e capricci, nella cintura verde che circonda la capitale del Regno di Sardegna.Sono tutte residenze patrimonio dell’Unesco che eccellono per bellezza e particolarità, costruiti in una miscela tra lo stile manieristico e il trionfante barocco piemontese: opere di importanti architetti come Amedeo e Carlo di Castellamonte, Filippo Juvarra, Guarino Guarini e Pelagi.
Le principali ,come è noto, sono: Il Palazzo Reale di Torino,Palazzo Madama, Palzzo Carignano, il Castello del Valentino Villa dell Regine tutte a Torino ed altre non meno importanti come la palazzina di cacci a Stupinigi, la reggia di Venaria Reale il Castello di Rivoli, il castello ducale di Agliè, quello di Moncalieri ed altri.
La reggia di Venaria è una delle maggiori residenze sabaude probabilmente la più grande per dimensioni.
La reggia ,il cui nome proviene da Venatio Regia in omaggio al’arte venatoria, fu progettata e costruita in pochi anni (1658 - 1679) su progetto dell'architetto Amedeo di Castellamonte. A commissionarlo era stato il duca Carlo Emanuele II che intendeva farne la base per le battute di caccia nella brughiera collinare torinese.
L'insieme dei corpi di fabbrica che costituiscono il complesso, enorme se si considera l'estensione (80.000 m2 di piano calpestabile), include il parco ed il borgo storico di Venaria, costruiti in modo da formare una sorta di collare che rievoca direttamente la Santissima Annunziata, simbolo della casa sabauda.
Al borgo si unirono ben presto molte case e palazzi di lavoratori e normali cittadini che vollero abitare nei dintorni della Reggia, fino a far diventare Venaria Reale un comune autonomo della provincia di Torino.
Dedicheremo a suo tempo uno spazio maggiore alla descrizione di queste stupende residenze.
Incentriamo l’attenzione sulla chiesa di Sant’Uberto realizzata nel corpo della reggia di Venaria.
E’ considerata uno dei capolavori del barocco internazionale. Fu edificata fra il 1716 e il 1729, su progetto dell'architetto Filippo Juvarra che ricevette la commissione da Vittorio Amedeo II di Savoia.
Non è un caso che questa chiesa sia dedicata a Sant’Uberto il vescovo delle Ardenne vissuto nel scolo VI e considerato il patrono dei cacciatori, dal momento che molti rappresentanti della famiglia Savoia fossero dedicati all’attività venatoria.
A pianta centrale, è provvista di un altare in marmo in stile barocco. La parte alta (ovvero il "piano nobile") della struttura presenta alcune balconate sulle quali si affacciavano i membri della famiglia reale quando assistevano alla Santa Messa.
La chiesa, essendo inoltre "incastonata" tra i palazzi tanto da non permetterne la costruzione della cupola nella zona centrale, neè simulata la presenza Giovanni Antonio Galliari affrescandola come trompe l'oeil . L'apparato scultoreo della cappella fu realizzato tra il 1724 e il 1729 dal carrarese Giovanni Baratta che realizzò dapprima l'altare maggiore, poi i quattro giganteschi dottori della chiesa (Santi Agostino, Ambrogio, Atanasio e Giovanni Crisostomo).
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